Tra piccole speranze e molto dolore è forse il momento, per chi può, di iniziare a pensare al dopo. Finito il lockdown, cosa ci attende?
La piccola, flebile, lucina che sembra intravvedersi dai numeri del contagio in Italia ci ricorda che, pur con una tremenda eredità di dolore, anche questa dura prova passerà. Forse è il momento di iniziare a pensare al dopo. Come saremo, finita la lunga quarantena, possiamo solo immaginarlo. Tra paure e speranze, buoni propositi e progetti da portare a termine.
Anche in economia le cose vanno così. Le recessioni passano, lasciano sul terreno un discreto numero di società che non ce la fanno e a volte cambiano il volto ad interi settori. Poi si riparte, su nuove basi e con nuove fragilità.
Pensare al dopo, per chi può, è un esercizio doppiamente utile. Da un lato aiuta a superare quella sensazione di blocco che l’incessante catena di notizie rischia di procurarci; dall’altro lato ci permette di pianificare le mosse, attribuendo priorità che ci faranno risparmiare tempo ed energie.
Un primo spunto può essere quello di osservare cosa sta succedendo sui mercati finanziari, tenendo a mente che – al netto delle speculazioni – la logica che li guida è quella delle aspettative, vale a dire cosa succederà all’economia (mondiale, americana, europea…) da qui ai prossimi 12 mesi. In gergo tecnico si dice che le borse scontano una determinata situazione che, con molta probabilità, accadrà nei mesi a venire. E nelle ultime 2/3 settimane le borse mondiali hanno scontato il fatto che la lunga fase espansiva iniziata dopo il 2009 è stata definitivamente archiviata. Ora si tratta di capire, si chiedono i mercati, quanto durerà la nuova fase recessiva.
Una crisi che blocca quasi completamente un’economia e lo fa su scala oramai mondiale non può che lasciare strascichi evidenti. L’FMI, in una nota diffusa ieri, avverte che la gelata dell’economia mondiale causata dal coronavirus potrebbe essere di magnitudo simile – o peggio superiore – a quella della crisi finanziaria del 2008-2009. Ma, aggiunge l’FMI, la ripresa potrebbe arrivare già nel 2021. Altre analisi sembrano convergere su un punto: il secondo trimestre 2020 dovrebbe essere il periodo nel quale si raggiungerà il bottom del ciclo economico, con una ripresa possibile già da fine autunno.
Alcuni modelli scientifici ci mettono però in guardia da facili entusiasmi. In assenza di un vaccino o di una immunità di gregge acquisita, la pandemia di coronavirus potrebbe assumere un andamento a onde. Una specie di alternarsi di picchi epidemici (sempre più contenuti) e di fasi di tregua. Se questi modelli avessero ragione, in assenza di farmaci capaci di controllare l’epidemia o di un vaccino, è difficile pensare che un situazione di questo tipo possa permettere al sistema economico di riprendere un ritmo sufficiente ad azzerare una recessione.
Tutto questo suggerirebbe un andamento del ciclo economico più lento, con un rimbalzo della crescita debole o, per alcune zone, con una persistente recessione, ben oltre uno o due trimestri. In questo senso sarà fondamentale osservare, pur nell’incertezza dei dati, il caso cinese. Dall’8 aprile prossimo il blocco forzato di Wuhan comincerà ad essere rimosso. Gli occhi del mondo saranno puntati ancora una volta su quella martoriata città per capire cosa ci aspetta da qui alla fine del 2020.
Anche noi, nei prossimi post, proveremo a guardare al di là dell’orizzonte, cercando di capire quali scelte potranno essere le più ragionevoli per i nostri investimenti.
Foto di cocoparisienne