Sul fronte della politica fiscale, finalmente, l’Europa si muove. Massima flessibilità e primi stanziamenti. Protagonista anche la politica monetaria, con le scelte di Cina, Norvegia e Svezia. Negli USA la stima preliminare di marzo dell’indice della fiducia dei consumatori segnala un netto calo. Questo ed altro nell’ultima K Briefing della settimana.
Politica fiscale, l’Europa si muove. Da Bruxelles arriva l’annuncio tanto atteso, l’Unione Europea è pronta a mettere da parte il patto di stabilità per far fronte alla crisi coronavirus. Nelle stesse ore forte presa di posizione della cancelliera tedesca Merkel. La Germania è pronta a metter mano al portafoglio per sostenere l’economia. L’obiettivo principale è quello di non far mancare in alcun modo liquidità alle imprese. L’Europa mette a punto un piano da 37 miliardi di euro ed una linea di credito di 8 miliardi di euro da destinare a 100mila imprese medio/piccole dei settori più colpiti. La Germania punta sul differimento delle imposte e sull’aumento del credito erogato attraverso il braccio operativo statale delle KfW.
Politica Monetaria. La Banca centrale cinese riduce il tasso di riserva obbligatoria per alcune banche (quelle che hanno raggiunto i target di finanza inclusiva al 13 marzo), per le grandi banche la riserva obbligatoria rimane al 12,5%. Ancora una volta l’autorità monetaria cinese spinge sul sistema creditizio per far affluire liquidità nel sistema. Si tratta infatti del secondo taglio del 2020 e libererà risorse per 79 miliardi di dollari. Per settimana prossima è attesa una decisione importante anche sul fronte dei tassi, con gli analisti che si attendono un taglio fino a 50 punti base.
La Norvegia agisce sui tassi, tagliando quello di riferimento di 50 punti base ed annunciando che altri interventi arriveranno.
In Svezia la RiksBank decide di aprire una linea di finanziamento alle piccole e medie imprese per 500 miliardi di corone. Il denaro, che fluirà nelle casse delle imprese attraverso i prestiti delle banche, servirà a mantenere sopra i livelli di rischio la liquidità degli operatori economici più esposti all’epidemia di covid-19. Svezia che deve tenere sott’occhio anche il mercato del lavoro, con la disoccupazione che a febbraio ha toccato i massimi dal 2015, all’8.2%.
USA, consumatori alle prese con il coronavirus. La stima preliminare di marzo dell’indice sulle aspettative dei consumatori, elaborato dall’università del Michigan, segnala i primi effetti del covid-19. La fiducia cala da 101 a 95, le aspettative sui prossimi mesi scendono da 92.1 a 85.3. Peggiora, ma di poco, la percezione della condizione attuale che passa da 114.8 a 112.5; invariata l’aspettativa di inflazione a 5 anni (+2.3%), scende di un decimale l’aspettativa su livello dei prezzi a 12 mesi (+2.3%). Per la fiducia dei consumatori si tratta del livello più basso da ottobre dell’anno scorso. I curatori del sondaggio sottolineano come a calare in maniera più vistosa sia la componente legata all’andamento dell’economia nei prossimi mesi, mentre nel lungo periodo i consumatori risultano addirittura più ottimisti di febbraio. Gli strumenti necessari per cercare di contenere il coronavirus, scrive Richard Curtin, aumentano le possibilità di una recessione. Per evitarla serve agire subito e lo strumento più efficace è quello della liquidità e della stabilizzazione del debito privato.
Foto di Dimitris Vetsikas