La guerra commerciale USA-Cina continua a tenere banco. Se la situazione di stallo del negoziato dovesse continuare la Fed, per evitare un brusco rallentamento dell’economia americana, potrebbe essere costretta a ricorrere ad un taglio dei tassi.
Il primo segnale di allarme arriva dal dato mensile sul settore manifatturiero. L’indice ISM a maggio è sceso a quota 52,1%, peggio di quanto atteso, toccando un livello che non si vedeva da due anni e mezzo. Tra le cause, oltre ad una fase di stanca del settore auto, c’è proprio l’annosa questione della guerra commerciale USA-Cina.
La linea intransigente adottata dalla Casa Bianca, l’abbiamo sottolineato in un precedente post, può rivelarsi un boomerang se non si arriva in tempi brevi ad un accordo. L’ipotesi che, oltre a quella sul versante asiatico, si aprano nuove partite nei confronti del Messico e – forse – dell’Europa rischia di destabilizzare il quadro macro globale. E dalle parti della Fed sembrano aumentare le preoccupazioni. A prendere la parola non è un esponente qualsiasi ma il governatore della Fed di St Louis, James Bullard, membro votante del board.
Secondo Bullard è necessario intervenire, e presto, sui tassi di interesse per evitare che la crisi commerciale internazionale possa danneggiare irrimediabilmente il quadro macroeconomico americano. Uno o più tagli dei tassi, Bullard lascia aperte tutte le possibilità, possono stabilizzare la situazione permettendo alla lunga fase di crescita economica di continuare.
Il capo della Fed di St Louis, per sostenere la sua tesi, cita un esempio di come una politica monetaria “flessibile” possa sostenere la crescita. Alla metà degli anni 90, l’allora governatore Greenspan, dopo una serie di rialzi dei tassi che avevano indebolito la congiuntura, allentò la stretta, consentendo all’economia americana di crescere per un altro lustro.
Inoltre un taglio dei tassi, aggiunge il governatore, può rivelarsi l’arma vincente per smuovere un’inflazione che continua a mantenersi, in maniera troppo persistente, sotto il target del 2%.
Le pressioni sulla Fed potrebbero, quindi, aumentare nelle prossime settimane e c’è chi scommette che il profilo “attendista” scelto da Powell è destinato a scomparire molto presto. Un sondaggio TD Securities conferma che sono in aumento le possibilità che i tagli siano almeno due già nel 2019. JP Morgan si attende due tagli da 25 punti base l’uno. Barclays ipotizza una doppia sforbiciata in grado di portare, entro dicembre, i tassi giù di 75 punti base (fonte Bloomberg).
Foto di Frauke Feind