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La fotografia dei mercati di maggio, con aspettative di rallentamento economico “brilla” l’obbligazionario

Nel consueto appuntamento mensile con la fotografia dei mercati finanziari di KBMeter parliamo di aspettative di rallentamento dell’economia e del momento dell’obbligazionario.

Ci eravamo lasciati ad inizio aprile con una parola chiave, incertezza. Sembra che la situazione non sia molto cambiata da allora.

Effettivamente aprile è stato un mese ad alto tasso di incertezza, con i mercati finanziari che ad un certo punto sembravano avere perso del tutto la bussola. In realtà se si guarda più in profondità emergono dei sottili fili rossi che legano l’andamento così apparentemente confuso dei principali asset. Mentre l’azionario, soprattutto statunitense, perde terreno e vede formarsi pericolose figure tecniche, l’obbligazionario globale, ad esempio, riesce a mantenere vivo il trend rialzista da inizio anno ed il mercato delle materie prime, al netto dei metalli preziosi, mostra un andamento laterale ed in alcuni casi ribassista (basta osservare le quotazioni del petrolio).

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E il messaggio qual è?

Se mettiamo insieme i pezzi, l’indicazione che si ottiene è un’aspettativa piuttosto marcata di un rallentamento dell’economia. Un’aspettativa che non sembra trovare riscontri nei dati macroeconomici attuali, ma che proprio nel mese di maggio potrebbe trovare, o non trovare, quegli appigli macro e micro (trimestrali) in grado di dare un ulteriore scossone ed un indirizzo definitivo ai trend di mercato che si sono intravisti ad aprile.

Il sentiment, visto questo scenario, sembra scontato.

La nostra analisi globale continua a suggerirci un approccio molto prossimo al risk off. L’oro rimane l’asset con la miglior valutazione sui principali orizzonti temporali, e questo rimane un elemento significativo. Nel breve termine c’è un recupero dell’obbligazionario, cede un po’ la liquidità.

Si è letto molto in questi ultimi giorni di una sorta di “fuga” di capitali dai mercati azionari statunitensi

I dati ci dicono che gli “outflows” dagli USA ci sono e hanno numeri consistenti, anche se mi sembra esagerato etichettarli come una “fuga” dagli Stati Uniti. Sicuramente è in atto una diversificazione, ma non è un movimento recente. La nostra analisi USA/Europa ha segnalato già da tempo un riequilibrio tra le due sponde dell’Atlantico. Sarei più prudente, invece, sugli emergenti, almeno fino a che non sarà un po’ più chiara la situazione sui dazi USA.

Parlavamo di obbligazionario, qual è la valutazione degli investitori in questo momento?

In maniera molto sintetica: corporate e durate brevi. Questa, per le nostre analisi, la valutazione che gli investitori danno al settore obbligazionario. Sul fronte dei governativi statunitensi, invece, permane nel breve termine un apprezzamento per le brevi scadenze e un allontanamento dai TIPS, ancora una volta il segnale che il vero tema per gli investitori è il rallentamento dell’economia più che l’inflazione.

Uno sguardo alle materie prime?

Abbiamo accennato prima ad un movimento laterale al netto della componente metalli preziosi. Le analisi confermano queste valutazioni, sottolineando che la componente energia presenta le valutazioni più basse su tutti gli orizzonti temporali.

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