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Dimenticate l’equilibrio. A guidare l’economia è l’entropia. Parola di J.K. Galbraith
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Dimenticate l’equilibrio. A guidare l’economia è l’entropia. Parola di J.K. Galbraith

Nel suo ultimo libro, scritto assieme a Jing Chen, J.K. Galbraith invita gli economisti a ripensare i modelli, abbandonando l’idea dell’equilibrio di lungo periodo per abbracciare il concetto di entropia e di risorse scarse.

Chi ha fatto studi economici sa bene che il “mantra” dei corsi di macroeconomia era la ricerca dell’equilibrio. Che fosse tra domanda e offerta di beni o di moneta, l’obiettivo era sempre quello di cercare il punto d’incrocio nel quale le parti coinvolte trovavano la quadra e deponevano ogni velleità di cambiamento: l’equilibrio, appunto.

Ebbene, forse è arrivato il momento di cambiare prospettiva. Forse quella ricerca dell’equilibrio che ha condotto per mano generazioni di ricercatori ci sta portando a risultati sbagliati, in posti sbagliati. A dircelo è James K. Galbraith, economista, figlio di quel John Kenneth Galbraith di cui ricordiamo una splendida storia dell’economia e un altro libro, Soldi, che val la pena leggere almeno una volta nella vita.

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Nel suo ultimo libro, Entropy Economics: The Living Basis of Value and Production, scritto assieme a Jing Chen, Galbraith suggerisce che per capire come vanno le cose in economia è il momento di abbandonare l’idea dell’equilibrio di lungo periodo e concentrarsi su un altro concetto: l’entropia. In fisica l’entropia è una misura del disordine di un sistema. Nel tempo i sistemi tendono ad aumentare il disordine al loro interno, e più un sistema è disordinato, più aumenta è la sua entropia. E questo vale per la termodicamica, per la biologia, per la stessa storia dell’uomo. Come può non valere anche per l’economia?

Galbraith sostiene che l’idea per cui nel lungo periodo i modelli economici tendono ad un equilibrio stabile è semplicemente antiscientifica, non a caso è stata formulata prima di Darwin e della seconda legge della termodinamica. Pretendere ancora oggi che allungando l’orizzonte temporale le incertezze, l’energia persa, diminuisca e non aumenti va contro tutte le nostre attuali conoscenze scientifiche. E forse possibile prevedere qualcosa nel breve termine, ma nel lungo periodo la dinamica e la complessità dei sistemi economici, guidati dall’entropia, possono portare a conclusioni inimmaginabili e bel lontane dall’equilibrio stabile.

Contrariamente alla teoria neoclassica del valore soggettivo, il valore che nasce dalle preferenze soggettive degli individui, Galbraith e Chen introducono una teoria del valore oggettiva, fondata sulla scarsità delle risorse e sull’entropia. Questo approccio considera il valore come derivante dalla disponibilità limitata delle risorse e dalla loro trasformazione attraverso processi produttivi che aumentano l’entropia. In questo quadro la produzione è vista come un processo bioproduttivo che richiede investimenti fissi iniziali e comporta rendimenti variabili nel tempo. Energia e risorse naturali svolgono un ruolo essenziale e l’aumento dei costi delle risorse influisce sulla produzione e sull’economia nel suo complesso.

Quello che Galbraith e Chen sembrano volerci dire è che non è più possibile risolvere problemi economici con modelli che non tengano in considerazione le forze che guidano il mondo in cui viviamo. Per rispondere alle complicate sfide che ci attendono, dal cambiamento climatico ai nuovi equilibri geopolitici, occorre cambiare il focus.

Foto di M W

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