Abbiamo già avuto modo di vedere come le ultime ricerche sul rapporto tra Intelligenza artificiale e mercato del lavoro convergano nel sostenere che l’impatto dell’IA generativa non seguirà gli schemi tradizionali osservati con le tecnologie passate. L’ultimo tassello è che questa trasformazione si manifesterà in maniera fortemente differenziata anche a seconda della geografia.
Lo studio pubblicato dal Brookings Institution, intitolato “The Geography of Generative AI’s Workforce Impacts Will Likely Differ From Those of Previous Technologies” si concentra in particolare sulle disparità tra le aree metropolitane e le zone meno urbanizzate.
Secondo il rapporto, in città ad alta densità di innovazione e attività tecnologiche come San Francisco, New York e Seattle, si stima che fino al 35% dei compiti lavorativi possa essere automatizzato o trasformato grazie alle nuove applicazioni di IA generativa. In contrasto, nelle aree rurali o nelle città di medie dimensioni, la percentuale di attività interessate si aggira attorno al 15%-20%. Questi dati suggeriscono una polarizzazione del mercato del lavoro, dove il progresso tecnologico potrebbe rafforzare il divario tra regioni economicamente avanzate e quelle meno sviluppate.
Le implicazioni di tali numeri sono profonde. Le aree metropolitane, pur potendo beneficiare di una maggiore efficienza e della creazione di nuovi settori lavorativi, rischiano di affrontare una sostanziale dislocazione della forza lavoro tradizionale. Di fronte a questo scenario, e come già sottolineato tante volte, diventa fondamentale investire in formazione e riqualificazione professionale, al fine di preparare i lavoratori alle competenze richieste da un mercato in continua evoluzione. Politiche mirate e incentivi fiscali potrebbero favorire una transizione più equa, evitando che le disparità regionali si accentuino ulteriormente.
Il rapporto sottolinea inoltre che le trasformazioni indotte dall’IA generativa presentano caratteristiche uniche rispetto alle innovazioni tecnologiche precedenti. Mentre in passato l’introduzione di nuove tecnologie portava a una redistribuzione più uniforme degli impatti economici, oggi il fenomeno è destinato a concentrarsi maggiormente in specifici centri urbani. Questa concentrazione potrebbe comportare non solo un aumento della produttività, ma anche una crescente competizione per le risorse e il capitale umano qualificato.
I dati e le proiezioni presentati invitano a riflettere sulle strategie necessarie per garantire una crescita inclusiva e sostenibile, evidenziando l’urgenza di adottare politiche proattive e mirate che accompagnino la rivoluzione dell’IA in ogni angolo del paese. È fondamentale che istituzioni, imprese e cittadini collaborino attivamente per trasformare queste sfide in opportunità per il futuro lavorativo in maniera efficace.
Foto di Gerd Altmann