Australia, risale fiducia consumatori a marzo.
Nel mese di marzo la fiducia dei consumatori australiani sale del 4% rispetto al mese precedente e tocca il massimo a tre anni. L’indicatore segna 95,9 punti, avvicinandosi alla soglia di neutralità dei 100 punti. A rendere più ottimiste le famiglie australiane è stata soprattutto la politica monetaria, con l’abbassamento dei tassi di interesse che ha ridotto gli oneri finanziari sui bilanci familiari. L’inflazione rimane comunque una delle principali preoccupazioni e gli intervistati guardano con timore alla situazione internazionale. Di segno opposto la lettura dell’indice di fiducia delle imprese che scende a -1, prima lettura negativa del 2025, conseguenza delle nubi che si addensano sull’orizzonte dell’economia mondiale.
Giappone, crescita quarto trimestre 2024 rivista al ribasso.
La lettura finale del PIL quarto trimestre 2024 giapponese si ferma al +0,6% su base trimestrale, un decimo in meno della stima precedente. I consumi privati non crescono, mentre gli investimenti aziendali registrano un +0,6%, un decimo in più della precedente lettura. Per l’economia giapponese si conferma il terzo trimestre di crescita consecutivo, con una crescita annualizzata del 2,2%, sei decimi in meno della stima preliminare.
Stati Uniti, fiducia piccole imprese scende sui minimi a cinque mesi.
Nel mese di febbraio l’indice di fiducia delle piccole imprese degli Stati Uniti è sceso ancora, fermandosi a 100,7 punti, il livello più basso da ottobre dello scorso anno. Eloquente il risultato dell’indice sull’incertezza che tocca 104 punti, vale a dire il secondo valore più alto nella storia di questa statistica. Tra le preoccupazioni degli operatori l’inflazione rimane la principale.
Stati Uniti, offerte di lavoro in crescita a gennaio.
Nel mese di gennaio le offerte di lavoro negli Stati Uniti sono risalite a 7,74 milioni, meglio delle attese. Le offerte aumentano a buon ritmo nel settore retail, mentre frenano quelle dei servizi professionali. Le assunzioni rimangono sostanzialmente stabili rispetto a dicembre, mentre i licenziamenti diminuiscono dell’1%. Le uscite volontarie salgono sui massimi da luglio 2024 ed il quits rate accelera al 2,1% dall’1,9% del mese precedente. Il rapporto tra offerte di lavoro e disoccupati, un indicatore utilizzato dalla FED per monitorare lo stato di salute del mercato del lavoro, rimane stabile all’1,1, un punto in meno dal picco raggiunto a metà 2022. Premettendo che si tratta di una fotografia vecchia oramai di un mese, i dati sulle offerte di lavoro sembrano confermare una certa solidità del mercato del lavoro statunitense. Sicuramente più significativi saranno i numeri di febbraio e marzo.
Foto di alejandroavilacortez