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Intelligenza artificiale, mercato del lavoro in lenta trasformazione

L’intelligenza artificiale ha tutte le caratteristiche per modificare nel profondo la struttura del mercato del lavoro. Ma i tempi non saranno brevi, anche se emergono i primi indizi. Li racconta uno studio del National Bureau of Economic Research.

L’intelligenza artificiale (IA) sta rivoluzionando il mondo del lavoro, ma il suo impatto potrebbe essere meno immediato e più graduale di quanto si pensi. Uno studio recente del National Bureau of Economic Research (NBER), firmato da David J. Deming, Christopher Ong e Lawrence H. Summers, analizza la storia delle trasformazioni tecnologiche nel mercato del lavoro statunitense e fornisce spunti importanti su cosa aspettarsi dall’IA.

Lo studio ha esaminato l’evoluzione dell’occupazione negli Stati Uniti negli ultimi 150 anni e ha scoperto che, un po’ a sorpresa, il ritmo del cambiamento è rallentato nel tempo. Tra il 1990 e il 2017, il mercato del lavoro è stato meno turbolento rispetto ai periodi precedenti, come la rivoluzione industriale o l’introduzione dell’elettricità. Questo suggerisce che l’IA, pur essendo una tecnologia rivoluzionaria, potrebbe avere effetti di lungo periodo piuttosto che trasformazioni immediate.

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Secondo gli autori l’IA potrebbe essere una General-Purpose Technology (GPT), vale a dire una trasformazione tecnologica capace di incidere sulla struttura del mercato del lavoro, come è avvenuto in passato con il motore a vapore o l’elettricità. Gli effetti, tuttavia, si manifesteranno gradualmente. Nonostante le preoccupazioni sull’automazione, il passato suggerisce che le nuove tecnologie tendono a creare nuovi tipi di lavoro piuttosto che eliminarli del tutto. Il vero cambiamento potrebbe avvenire in decenni, più che in pochi anni.

Questo però non significa che alcuni indizi di cambiamento non siano già presenti. Il paper ne individua quattro:

  1. Fine della polarizzazione occupazionale – Le professioni a basso e medio salario stanno diminuendo, mentre crescono quelle altamente remunerate.
  2. Stallo nei lavori a basso salario – Settori come la ristorazione e le pulizie, che avevano visto una crescita negli anni 2000, hanno subito un brusco rallentamento dopo il 2010.
  3. Crescita delle occupazioni STEM – La percentuale di lavoratori in scienza, tecnologia, ingegneria e matematica è aumentata del 50% dal 2010, grazie alla domanda di competenze digitali e IA.
  4. Declino del commercio al dettaglio – L’occupazione nel retail è diminuita del 25% nell’ultimo decennio, a causa della crescita dell’e-commerce e dell’automazione.

Lo studio del NBER offre una prospettiva storica utile: il mercato del lavoro si sta trasformando, ma non necessariamente nel modo rapido e caotico che spesso viene previsto. Investire nelle competenze STEM e nell’educazione continua sarà fondamentale per affrontare le sfide future.

Foto di Tung Nguyen

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