Dal 2015, con l’Accordo di Parigi, sono stati fatti importanti passi avanti verso l’energia rinnovabile, ma i progressi non sono uniformi. Tecnologie come solare e eolico sono cresciute rapidamente, ma altre innovazioni, necessarie per decarbonizzare settori complessi (ad esempio acciaio e cemento), sono ancora in fase embrionale. Molti progetti annunciati, come impianti a idrogeno e soluzioni per la cattura del carbonio, non hanno raggiunto una fase di investimento definita, rallentando l’avanzamento.
L’analisi di McKinsey sottolinea come esista e sia piuttosto ampio il gap tra propositi e progetti. In questo senso è interessante notare come a livello politico si siano fatti davvero dei grandi passi avanti. Dei 195 paesi che hanno firmato l’accordo di Parigi ben 70 hanno inserito l’obiettivo zero emissioni nella loro legislazione; 150 paesi hanno aderito al Global Methane Pledge, l’accordo per la riduzione delle emissioni di metano del 30% entro il 2030.
Ma se si vanno a guardare i progetti messi a terra, allora la situazione si fa decisamente meno rosea. Negli USA, ad esempio, dei 1000 progetti per la produzione di idrogeno “pulito” annunciati dal 2015 in poi solo il 15% ha raggiunto una fase FID, ovvero l’approvazione dal punto di vista tecnico, economico e normativo, e l’allocazione delle risorse necessarie (finanziarie, materiali e umane) per la sua realizzazione.
Mancanza di fondi? Dubbi sulla profittabilità di molti investimenti? C’è un po’ tutto in questo gap tra propositi e azioni. L’adozione di fonti di energia rinnovabile, ad esempio, è limitata da strozzature tecnologiche e problemi di scalabilità. La rete elettrica richiede investimenti massicci per supportare la variabilità delle fonti rinnovabili. Inoltre, sebbene i costi delle energie rinnovabili siano diminuiti drasticamente, persistono preoccupazioni sulla stabilità dei sistemi alimentati da rinnovabili, rendendo cruciale l’adozione di soluzioni come sistemi di accumulo energetico. Da ultimo, sottolinea lo studio, permane una forte frammentazione politica internazionale. Mentre Europa e Stati Uniti hanno obiettivi ambiziosi per il 2030, non tutte le regioni sono sulla buona strada per raggiungerli.
Investire in innovazioni come l’idrogeno verde, pompe di calore e sistemi di stoccaggio avanzato è fondamentale per colmare il divario che si sta aprendo tra propositi e azioni. Politiche di supporto ben progettate potrebbero stimolare il mercato ed invogliare gli investitori privati, migliorando la competitività e riducendo le barriere per le tecnologie a basse emissioni.
Foto di Stein Aarsland