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Australia, banca centrale lascia i tassi invariati

In Australia la banca centrale lascia i tassi di interesse invariati e conferma il focus sull’inflazione. In Cina presentato un nuovo piano di stimoli monetari di “emergenza”. Questo e altro nella K Briefing di oggi.

Giappone, settore privato ancora in zona espansione a settembre. L’indice PMI composite giapponese rimane sopra quota 50 per l’ottavo mese consecutivo ma rallenta leggermente rispetto alla lettura di agosto. Bene i servizi mentre si registra il terzo mese consecutivo di contrazione per la manifattura. La crescita dei nuovi ordini rimane sostanzialmente stabile ma si inizia a far sentire il calo della domanda estera. Sul fronte dell’occupazione i numeri rimangono positivi. Per quel che riguarda i prezzi si registra una frenata di quelli di produzione ed un leggero aumento di quelli di vendita (soprattutto del settore servizi).

Cina, ecco i nuovi stimoli monetari. Con una mossa che dà l’idea della delicatezza del momento, la banca centrale cinese annuncia il nuovo piano di stimoli monetari per sostenere la domanda interna e gli investimenti. Abbassamento di due decimi del tasso sui REPO a sette giorni, riduzione della quota di liquidità da destinare a riserva da parte delle grandi banche (mezzo punto in meno, minimo dal 2018, circa un trilione di yuan “svincolati”), operazioni di copertura su prestiti immobiliari, riduzione del tasso sui prestiti a medio lungo termine. Le tempistiche di queste misure non sono ancora del tutto definite ma si tratta a tutti gli effetti di un piano d’emergenza nel tentativo di salvaguardare il target di crescita economica del 5% annuo.

Australia, banca centrale lascia i tassi invariati. Come da attese la banca centrale australiana lascia i tassi invariati nella riunione di settembre, con il riferimento al 4.35% per il settimo mese consecutivo. Il board conferma la necessità di rimanere concentrati sull’andamento dell’inflazione, con la trimmed mean che rimane ancora molto elevata e l’indice generale destinato a tornare all’interno della banda di tolleranza dell’istituto centrale solo nel 2026. Nel frattempo la crescita attesa rimane debole con i consumi privati visti in aumento ma meno di quanto stimato in precedenza.

Germania, fiducia imprese ai minimi da gennaio. La fiducia delle imprese tedesche continua a peggiorare. Nel mese di settembre l’indice elaborato dall’Ifo è sceso ai minimi da gennaio a quota 85.4 punti, sotto le attese del mercato. Si tratta della quinta lettura in calo consecutiva e vede un peggioramento sia delle aspettative che della situazione attuale. Calo in tutti i settori tranne quello delle costruzioni.

USA, prezzi delle abitazioni nel mese di luglio. A luglio variazione mensile nulla per i prezzi delle abitazioni nelle principali 20 città statunitensi. L’indice Case Shiller rallenta per il quarto mese consecutivo e registra il primo mese senza crescita dal gennaio scorso. Su base annua la variazione scende al 5.9%, minimo dal novembre 2023 ma ancora ampiamente sopra la soglia del 5% per il nono mese consecutivo.

USA, fiducia consumatori CB di settembre. Fiducia dei consumatori in calo nel mese di settembre. L’indicatore curato da CB scende a 98.7 punti dai 105.6 del mese precedente segnando il peggior calo mensile dall’agosto del 2021. Il dato è peggiore delle attese del mercato e vede un peggioramento sia delle aspettative sia della percezione della situazione attuale. Il filo conduttore sembra essere lo stesso: il peggioramento del mercato del lavoro e le conseguenze sulla situazione economica. Sul fronte dei prezzi il sondaggio registra un aumento dell’aspettativa di inflazione a 12 mesi (+5.2%). Infine risale rispetto ad agosto la percentuale di consumatori che ritiene possibile una recessione entro i prossimi 12 mesi (ma rimane ben distante dai massimi del marzo 2020).

Foto di falco

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