Cina, taglio a sorpresa del tasso REPO a 14 giorni. Con una decisione a sorpresa la banca centrale cinese ha tagliato il tasso sulle operazioni REPO a 14 giorni portandolo all’1.85% dall’1.95% precedente. Non solo: messi a disposizione altri 74 miliardi di yuan al sistema bancario ed attivata una nuova linea di reverse repo a 7 giorni da 160 miliardi. In attesa di nuovi stimoli governativi (in preparazione), l’istituto centrale aumenta la liquidità nel sistema per sostenere la domanda interna.
Sondaggi PMI di settembre: nell’Eurozona il settore privato torna in zona contrazione. La lettura preliminare dei sondaggi PMI di settembre non porta buone notizie per l’economia dell’area Euro, ma rallentamenti si registrano anche per Australia e Gran Bretagna. Vediamo nel dettaglio le principali aree economiche.
Australia. Il settore privato australiano torna in zona contrazione nel mese di settembre dopo il recupero registrato ad agosto. La manifattura continua a contrarsi mentre il settore servizi rimane in zona espansione ma rallenta il suo ritmo di crescita. Particolarmente pesante il calo degli ordinativi nella manifattura, mentre l’occupazione sembra al momento reggere. Sul fronte dei prezzi diminuisce la pressione sui costi alla produzione e conseguentemente anche sui prezzi al consumo.
India. 38° mese di crescita consecutivo per il settore privato indiano ma il PMI di settembre registra il minimo dal dicembre del 2023. Dati non preoccupanti naturalmente, visto che i numeri rimangono ampiamente sopra la media di lungo periodo, ma comunque un segnale di rallentamento che aiuta a comprendere il quadro internazionale nel quale ci stiamo muovendo in questi mesi (ordini dall’estero al minimo da inizio anno).
Eurozona. Le note più dolenti di questa tornata di sondaggi PMI arriva dall’area Euro ed in particolare dalla Germania, ancora una volta tallone d’Achille dell’economia del blocco. Il settore privato torna in zona contrazione per la prima volta dal febbraio scorso. La manifattura registra il 18° mese consecutivo sotto la soglia dei 50 punti, mentre il settore servizi continua a crescere ma con ritmi decisamente più blandi. Anche sul fronte occupazionale i numeri non sono positivi: la riduzione dei posti di lavoro registrata dal sondaggio è la più alta dal dicembre del 2020. Sul fronte dei prezzi segnali di rallentamento ulteriore della pressione, sia su quelli degli input che su quelli finali. La Germania, come detto, registra la situazione più complicata con la ripresa dei mesi scorsi che sembra già un ricordo e rischi di ritorno ad una situazione di recessione tecnica che aumentano. La manifattura torna a quota 40 punti, la riduzione di posti di lavoro tocca i massimi del periodo pandemico, il settore servizi rallenta per il quarto mese consecutivo ma riesce a rimanere ancora sopra la soglia dei 50 punti. Per quel che riguarda la Francia, invece, sembra passato l’effetto olimpiadi: il settore servizi passa da 55 punti a 48.3, il composite scende sotto la soglia dei 50 punti, mentre la manifattura recupera qualche decimale ma rimane in zona contrazione.
Gran Bretagna. Il settore privato inglese rallenta ma rimane ancora in zona espansione. Nel mese di settembre il PMI composite si ferma a 52.9 punti, sotto le attese ma 11° mese consecutivo sopra la soglia dei 50 punti. Rimane in zona espansione anche il settore servizi (con ritmi un po’ più compassati). Il rallentamento è spiegato da un’accresciuta prudenza da parte dei clienti e dal progressivo taglio delle scorte. La crescita della componente occupazione rallenta rispetto ai mesi precedente, mentre sul fronte dei prezzi si registra una ripresa della pressione su quelli degli input che però non si trasforma in aumento dei prezzi di vendita (sui minimi a tre anni).
USA, indice CFNAI del mese di agosto. Nel mese di agosto l’indice dell’attività economica nell’area di Chicago è tornato sopra quota zero dopo due mesi in negativo, battendo le attese del mercato. Ordini e vendite rimangono sotto quota zero, mentre contributi positivi arrivano da produzione e occupazione; in negativo anche la componente consumi. Il diffusion index scende a -0.23, ancora sopra la soglia “critica” che fa da spartiacque tra espansione e contrazione, ma terza peggior lettura da aprile dell’anno scorso.
Foto di Simon