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Eurozona, produzione industriale in calo a luglio

Produzione industriale in calo a luglio nell’Eurozona, pesa soprattutto il dato tedesco. In Cina prestiti ancora in rallentamento. Fiducia consumatori USA sale a settembre. Questo ed altro nell’ultima K Briefing della settimana.

Giappone, in luglio produzione industriale rimbalza. Nel mese di luglio scorso la produzione industriale giapponese è cresciuta del 3.1% su base mensile e del 2.9% su base annua. Si tratta di dati in controtendenza rispetto al mese precedente e oltre le attese del mercato. Su base annua si tratta del miglior risultato dal gennaio del 2023 e del secondo segno più del 2024. A contribuire maggiormente alla crescita dell’output è stata la produzione di materiale elettrico ed elettronico.

Eurozona, produzione industriale in calo a luglio. Numeri negativi per la produzione industriale dell’Eurozona. A luglio scorso la variazione mensile è stata del -0.3%, in linea con le attese del mercato e a conferma dell’attuale fase di debolezza della congiuntura europea. A zavorrare il dato è soprattutto la produzione industriale tedesca che è scesa di tre punti percentuali. Numeri negativi anche per Francia, Spagna ed Italia. Per tipologia di bene prodotto si registrano due soli segni più, quello a favore dei beni di consumo non durevoli e quello del settore energia (in rallentamento). Su base annua l’output industriale dell’area Euro registra una flessione del 2.2%, in miglioramento rispetto al mese precedente ma settimo rilevamento consecutivo sotto lo zero.

Cina, rallenta ancora la crescita dei prestiti. Ad agosto la crescita dei prestiti erogati al settore privato si ferma all’8.5% su base annua, nuovo minimo storico ed un decimo in meno rispetto alle attese del mercato. I nuovi prestiti di luglio hanno toccato i 900 milioni di yuan, sotto le attese del mercato e peggior dato di agosto dal 2015.

USA, prezzi delle importazioni nel mese di agosto. Nel mese di agosto i prezzi delle importazioni negli USA sono scesi su base mensile dello 0.3%, primo segno meno dopo due mesi di rialzo. Si tratta del calo più corposo dal dicembre del 2023, frutto della brusca frenata dei prezzi del petrolio. Su base annua l’indice PPI segna un +0.8% che rappresenta il minimo a cinque mesi. Considerando che parte del paniere dell’indice PPI è utilizzato anche nel calcolo delle variazioni dei prezzi al consumo, si può dire che si tratta di un’altra buona notizia per la FED.

USA, indice fiducia consumatori Michigan di settembre. Migliora per il secondo mese consecutivo l’indice della fiducia dei consumatori elaborato dall’università del Michigan. L’indicatore sale a 69 punti nella stima preliminare di settembre, un punto oltre le attese e massimo dal maggio scorso. Migliora sia la componente sulle aspettative economiche, sia quella relativa alla condizione attuale con un aumento della propensione degli acquisti dovuto ad una percezione dei prezzi in discesa. Scende di un decimo l’inflazione attesa a 12 mesi (2.7%, minimo dal dicembre del 2020), mentre sale al 3.1% quella di lungo periodo (dal 3% del rilevamento di agosto). Il dato curioso riguarda l’esito delle elezioni di novembre: per il sondaggio una percentuale crescente di elettori democratici e repubblicani dà Harris per vincente (con evidenti considerazioni opposte sugli effetti per l’economia).

Foto di Pixabay

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