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Eurozona, a maggio inflazione cresce oltre le attese

Nel mese di maggio l’inflazione nell’Eurozona è cresciuta oltre le attese a causa di un ritorno al rialzo dei prezzi dell’energia e della persistente inflazione sui servizi. L’intervento della BCE, però, sembra ormai scontato. Negli USA frenano i consumi e si stabilizza l’inflazione. Questo ed altro nell’ultima K Briefing della settimana.

Giappone, produzione industriale in frenata. Bene vendite al dettaglio. Dati misti per l’economia giapponese quelli diffusi oggi. La produzione industriale in aprile ha registrato una flessione dello 0.1% contro attese di crescita di quasi un punto percentuale ed in netto calo rispetto al +2.2% del mese precedente. Su base annua la variazione rimane negativa per il sesto mese consecutivo, anche se migliora e sale al -1%. Notizie più positive arrivano dal fronte delle vendite al dettaglio. Sempre ad aprile la variazione mensile è stata del +1.2%, con il dato tendenziale che sale al +2.4% dal +1.1% del mese precedente e batte le attese del mercato.

Cina, settore privato rimane in espansione ma ritmo rallenta. Il sondaggio PMI di maggio curato dall’istituto di statistica nazionale fotografa un settore privato cinese ancora in zona espansione (17° mese consecutivo) ma al ritmo più basso dal febbraio scorso. La manifattura torna sotto la soglia dei 50 punti per la prima volta da febbraio, mentre rallenta la crescita del settore servizi. Gli sforzi governativi sembrano al momento fare poco per riaccendere il motore economico cinese, con la domanda ancora debole e la crisi del settore immobiliare che continua a mordere.

Eurozona, a maggio inflazione cresce oltre le attese. Nel mese di maggio l’inflazione nell’area Euro è salita al 2.6%, massimo dal febbraio scorso ed un decimo oltre le attese del mercato. Da un lato si riaccende l’inflazione sull’energia (+0.3%), mentre dall’altro continuano a correre i prezzi dei servizi (+4.1% contro il +3.7% del mese precedente). Il risultato è un’inflazione in salita anche nella sua componente core che passa dal 2.7% al 2.9%, un decimo oltre le attese del mercato. Su base mensile si registra tuttavia il secondo mese di calo consecutivo ed il +0.2% rappresenta la variazione più contenuta da tre mesi a questa parte. I dati non sembrano tuttavia in grado di far ritardare la BCE all’appuntamento con un primo taglio (25 punti base?) la prossima settimana.

USA, consumi e redditi personali nel mese di aprile. Nel mese di aprile le spese personali negli USA sono salite dello 0.2%, in netto calo rispetto al mese precedente e sotto le attese del mercato. Il dato core registra una flessione dello 0.1%. Sul fronte dei redditi si registra un incremento dello 0.3%, in linea con le attese ed in netta frenata rispetto allo 0.6% del mese precedente. In calo le entrate da lavoro con la voce salari che registra un +0.2% contro il +0.6% del mese precedente. Il PCE index prices conferma ad aprile un incremento annuo del 2.7%, in linea con le attese; il dato core registra una variazione annua del 2.8%, anche in questo caso in linea con le attese. Su base mensile l’indice core registra un +0.2% che rappresenta il minor rialzo da un anno. Numeri che confermano da un lato la pressione crescente di tassi e prezzi sui consumi; dall’altro una tendenza alla normalizzazione dell’inflazione che potrebbe indurre la FED ad un intervento dopo l’estate.

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