USA, PIL quarto trimestre 2022. Crescita rallenta ma resiste

Negli USA il PIL del quarto trimestre 2022 è cresciuto del 2.9% annualizzato, in rallentamento rispetto al trimestre precedente ma con consumi ancora in crescita. In Gran Bretagna numeri ancora ampiamente negativi dalle vendite al dettaglio. Questo ed altro nella K Briefing di oggi.

Gran Bretagna, ancora dati negativi dalle vendite al dettaglio. Il sondaggio CBI sulle vendite al dettaglio nel mese di gennaio registra un tonfo di 34 punti rispetto al mese precedente. Il distributive trades survey’s retail sales balance scivola a -23, con la maggioranza degli intervistati che si aspetta vendite in calo e per questo motivo ritiene le attuali scorte di magazzino ben al di sopra delle esigenze. Il risultato di gennaio, il peggior dato dall’aprile dell’anno scorso e ben peggiore delle attese del mercato, getta un’ulteriore luce sinistra sulla condizione dell’economia inglese.

USA, ordini di beni durevoli nel mese di dicembre. Nel mese di dicembre gli ordini di beni durevoli negli USA sono saliti del 5.3% su base mensile, trainati sostanzialmente solo dalla componente trasporti (+16.7%). Dedotto questo settore industriale il dato vira in negativo registrando una variazione del -0.1% rispetto a novembre. Cala dello 0.2% anche il valore degli ordini escluso settore difesa ed aeroplani (un indicatore della propensione all’investimento delle aziende USA), in linea con le attese del mercato.

USA, PIL quarto trimestre 2022. Crescita rallenta ma resiste. Nell’ultimo trimestre del 2022 l’economia statunitense ha registrato un incremento del PIL pari al 2.9% annualizzato, meglio delle attese ma in rallentamento rispetto al terzo trimestre dello scorso anno. I consumi aumentano ma con un ritmo più lento: +2.1%, due decimi in meno del trimestre precedente e quattro decimi sotto le attese. Pesante il contributo delle scorte al risultato finale, mentre in calo le esportazioni nette e gli investimenti. Nel complesso il 2022 ha registrato un aumento del PIL pari al 2.1%. Buone notizie sul fronte dei prezzi, con l’indice PCE core che nell’ultimo trimestre registra un +3.9% annualizzato, un decimo meglio delle attese ed in calo rispetto al trimestre precedente. Nel complesso si può dire che l’economia statunitense continua ad essere resiliente, i consumi si indeboliscono ma continuano a crescere, mentre la tendenza al ribasso dei prezzi si sta confermando. Tutti dati che fanno riprendere vigore alla teoria della soft landing.

USA, mercato del lavoro. Ed a rafforzare il concetto appena espresso ci pensano i dati sulle richieste settimanali di sussidi di disoccupazione. La scorsa settimana sono scesi di altre 6mila unità, toccando quota 186mila, il valore più basso da aprile scorso. La media a quattro settimane torna sotto la soglia delle 200 mila unità, al valore più basso dal maggio scorso. Sostanzialmente stabili i sussidi continuativi. Numeri che rappresentano un mercato del lavoro ancora ben lungi dall’essere in indebolimento.

USA, vendite di nuove case nel mese di dicembre. Nel mese di dicembre le vendite di nuove abitazioni negli USA sono salite del 2.3% su base mensile, mettendo a segno il terzo mese consecutivo di rialzo. Il dato di novembre, inizialmente fissato a +5.3%, è stato notevolmente rivisto al ribasso con un ben più magro +0.7%.

USA, CFNAI di dicembre ancora sotto zero ma in miglioramento. L’indice dell’attività economica nell’area di Chicago rimane in territorio negativo anche per dicembre 2022, segnalando una fase di debolezza per l’economia statunitense. La media a 3 mesi dell’indice scende da -0.14 a -0.33. Il diffusion index scende da quota 0 a -0.13, comunque ben al di sopra del livello di -0.35 che storicamente segnala l’arrivo di una fase recessiva.

Foto di Madeinitaly

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