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Il mercato immobiliare si sta raffreddando, lo dicono i dati

Una rapida occhiata ad alcuni tra i principali dati statistici conferma che il mercato immobiliare si sta raffreddando, e non solo degli USA.

Tra il 2010 ed il 2021 i prezzi delle abitazioni in Svezia sono cresciuti dell’82%, percentuale vertiginosa se si pensa che la media dell’Eurozona (fonte Eurostat) è stata, per lo stesso periodo, del 32%. Anche per questo motivo fa notizia l’ultima rilevazione sull’andamento dei prezzi delle case svedesi. A giugno, infatti, l’indice HOX ha ceduto il 3.8% rispetto al mese di maggio. Un numero che per la statistica significa peggior variazione mesile dal 2008 e primo calo su base annua dal 2019.

Il dato svedese è solo l’ultimo in ordine di tempo di una serie di rilevazioni che portano tutte ad una sola conclusione: il mercato immobiliare si sta raffreddando. La scorsa settimana ulteriori conferme sono giunte dagli Stati Uniti. Il sondaggio condotto dal NAHB e di cui abbiamo dato conto nella nostra K Briefing è particolarmente significativo. Il morale dei costruttori si sta rapidamente deteriorando e da qualche mese c’è chi ha iniziato a ridurre i prezzi di vendita pur di non veder saltare contratti preliminari e rimanere con tanto asset invenduto e a forte rischio di svalutazione.

Cosa sta causando questo veloce cambio di scenario? Se in principio la difficoltà era soprattutto quella di incrociare la forte domanda con un’offerta resa esigua dalla mancanza di materie prime e forza lavoro (fenomeno che ha spinto verso l’alto i prezzi e di conseguenza tagliato fuori una fetta di domanda), oggi a questo quadro va aggiunta la variabile finanziaria, vale a dire l’aumento del costo dei mutui, conseguenza diretta dell’aumento dei tassi di interesse oltre che dell’aspettativa di aumento degli stessi. Anche in questo caso l’esempio statunitense è chiarificatore. Il tasso di riferimento sui mutui trentennali è passato da poco più del 3% di ottobre 2021 al 5.8% rilevato a metà di questo mese. Quasi un raddoppio nel giro di nemmeno 12 mesi. Sempre dai dati di luglio pubblicati dall’MBA si scopre che il numero di richieste settimanali di nuovi mutui è scivolato ai minimi dal 2000.

Novità importanti sono attese nei prossimi mesi anche sul mercato immobiliare inglese. Qui l’ultimo dato dell’ONS – riferito al mese di maggio – ci ricorda che il costo medio di un’abitazione è aumentato nel giro di 12 mesi di 32mila sterline, una cifra che in percentuale significa un +12.8% su base annua: in media servono 294.845 sterline per togliere il cartello “in vendita” dalla porta di ingresso di un’abitazione inglese. Numeri che le agevolazioni statali e tassi sui mutui ancora competitivi continuano ad alimentare, ma le cose potrebbero cambiare a breve. Ne primo trimestre del 2022 gli ordini di nuove abitazioni sono scesi del 14% rispetto allo stesso periodo del 2021 e del 2.6% rispetto all’ultimo trimestre del 2021. Il sondaggio PMI racconta di un settore ancora in espansione ma ai livelli più bassi dal settembre dell’anno scorso, con la fiducia degli operatori scesa ai minimi dal giugno del 2020.

Rallentamento non significa crollo, quindi non è il caso di lanciare allarmi che, al momento, sono privi di valide giustificazioni. Ma è bene annotare che anche il mercato immobiliare inizia a cambiare pelle.

Foto di David Mark

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