Australia, tassi rimangono invariati. Francia, inflazione sale

In Australia i tassi rimangono invariati e la fine del QE non implica un immediato cambio di rotta della RBA. In Francia sale ancora l’inflazione, mentre negli USA le offerte di lavoro rimangono sostenute. Questo ed altro nella K Briefing di oggi.

Corea del sud, esportazioni a gennaio in rallentamento. Nel mese di gennaio le esportazioni sudcoreane hanno segnato il il 15° mese consecutivo di crescita, ma al ritmo più basso dal febbraio del 2021. La variazione su base annua è stata del 15.2%, tre decimi in meno delle attese ed in calo per il secondo mese consecutivo.

Australia, tassi rimangono invariati. La banca centrale australiana lascia invariati i tassi di interesse ma pone fine al piano di acquisto titoli. Ultimo atto il 10 febbraio poi, fa sapere la RBA, tutto dipenderà dall’andamento dell’inflazione. Se questa rimarrà tra il 2% ed il 3% i tassi di interesse non verranno toccati.

Francia, inflazione in crescita anche a dicembre. Il mercato si aspettava una frenata dell’inflazione francese, invece a dicembre il livello dei prezzi al consumo ha continuato a salire. Su base mensile si è registrato un incremento dello 0.3%, contro attese di -0.2%. Su base annua l’inflazione sale al 2.9%, cinque decimi oltre le attese. Il dato armonizzato, invece, segna un calo di un decimo, al 3.3% su base annua.

Sondaggi PMI manifatturiero, la lettura finale di gennaio. Misto l’andamento della lettura finale del PMI manifatturiero di gennaio. Nell’Eurozona l’indice viene rivisto al ribasso di tre decimi, al 58.7, in piena zona espansione. Gli indicatori legati alla produzione ed al lavoro continuano a migliorare, mentre sul fronte dei prezzi si registra un fenomeno che potrebbe risultare molto interessante nei prossimi mesi: la crescita dei prezzi degli input frena vistosamente, mentre accelera il travaso dei maggiori costi di produzione sui prezzi finali. In altri termini questo potrebbe significare ancora inflazione in crescita nel breve termine, ma possibili migliori prospettive nel medio termine. Rivisto al rialzo il PMI manifatturiero della Gran Bretagna, con l’indice che passa da 56.9 a 57.3 sull’onda del buon andamento della componente produzione e occupazione. Frena il ritmo dei nuovi ordini, mentre i tempi di consegna si velocizzano marginalmente, segnale di un leggero miglioramento della supply chain. Anche dal Regno Unito segnali che i prezzi degli input dovrebbero aver oramai superato il picco. Prosegue per il terzo mese consecutivo la fase di contrazione della manifattura brasiliana, il PMI elaborato da IHS Markit peggiora e si ferma a 47.8, dato più basso dal maggio del 2020.

Eurozona, disoccupazione ancora in calo a dicembre. Ottavo mese di calo consecutivo per la disoccupazione nell’area Euro, segnale che il mercato del lavoro risponde bene in questa fase di ripresa. La percentuale di disoccupati scende al 7%, due decimi in meno di novembre 2021 e meglio delle attese. Cala sotto il 15% anche la disoccupazione giovanile. Sul fronte dei singoli paesi si registrano percentuali in calo per Spagna (che rimane a doppia cifra), Italia e Francia. Stabile la disoccupazione in Germania, al 3.2%.

USA, offerte lavoro a dicembre. Nel mese di dicembre le offerte di lavoro negli USA hanno continuato a salire toccando quota 10,925 milioni, terzo valore più alto dal luglio scorso. Le attese erano in realtà per una diminuzione rispetto al mese di novembre. Il dato, invece, mostra ancora una forte difficoltà ad assumere per le imprese statunitensi. Le nuove assunzioni scendono a 6.3 milioni, lasciando scoperti oltre 4 milioni di offerte di posti di lavoro. Scendono anche le separazioni volontare: 4.3 milioni con il quit rate al 2.8%.

USA, indice ISM manifatturiero a gennaio. Secondo mese consecutivo di calo per l’indice ISM manifatturiero. L’indicatore scende a 57.6, il peggior risultato dal settembre del 2020. L’ottimismo delle imprese sull’andamento dell’economia e sugli ordinativi si scontra con le difficoltà della supply chain e del mercato del lavoro. Anche se qualche miglioramento c’è, sottolineano dall’ISM, il potenziale della manifattura statunitense rimane ancora imbrigliato negli oramai cronici problemi. Ancora molto alta la pressione sui prezzi.

Foto di martinstr

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