Mercati finanziari alle prese con una fase di transizione dell’economia

I mercati finanziari sono alle prese con una fase di transizione dell’economia che, se non compresa, potrebbe trasformare l’apprezzamento di alcuni asset in bolle finanziarie pronte a scoppiare.

Si torna a parlare di bolla sui mercati finanziari. Ed è un classico quando le valutazioni di un asset crescono toccando nuovi livelli record. In questo preciso frangente storico i prezzi si sono impennati su diversi fronti. Dai mercati azionari al mercato immobiliare, dai titoli obbligazionari ad alto rischio fino al, per certi versi ancora misterioso, mercato delle criptovalute. Tanti punti caldi, ognuno dei quali potenzialmente in grado di trasformarsi da generatore di euforia a trappola per risparmiatori.

Scrivevamo qualche giorno fa di come la Federal Reserve nel suo report sulla stabilità dei mercati finanziari abbia inserito le alte valutazioni degli asset tra le variabili da monitorare con maggior attenzione. E a più di un osservatore è sembrato quantomeno curioso che la banca centrale mettesse in guardia dall’aumento dei prezzi sui mercati finanziari essendone stata, volente o nolente, una delle principali cause. Rick Rieder di BlackRock e Mohamed El-Erian di Allianz, tra i tanti, continuano a ripetere che più si prosegue con la politica ultra espansiva – o in altri termini si tergiversa sulla fine degli stimoli monetari utilizzati per affrontare la pandemia – e più si alimenta il rischio di una bolla.

Le bolle, lo abbiamo detto tante volte, scoppiano nell’esatto momento in cui gli operatori si accorgono che la benzina del rialzo è agli sgoccioli, posando lo sguardo sull’indicatore solo dopo una lunga accelerata. Nel caso in specie le bolle potrebbero concretizzarsi nel momento in cui gli investitori non percepissero che stiamo per entrare in una fase di transizione dell’economia: dall’eccezionalità pandemica alla normalità post-pandemica. Se questo cambiamento verrà capito, potremmo archiviare il tutto con una moderata correzione. Altrimenti potrebbero iniziare i problemi.

Cosa significa questa fase di transizione dell’economia? La domanda aggregata nei prossimi mesi sarà esposta a diversi fattori destabilizzanti. La progressiva riduzione degli stimoli fiscali, accompagnata da piani di rientro dall’enorme debito pubblico accumulato; la fiammata dei prezzi al consumo che la teoria economica ci ricorda essere tendenzialmente vischiosi, riluttanti a tornare al precedente livello in tempi rapidi; l’inizio di una stagione di tassi di interesse (in primis quelli reali) più alti. Da tutto ciò è lecito attendersi che i consumi diminuiscano di volume e che la crescita economica rifiati.

In questo scenario, che Kristina Hooper di Invesco ha definito una “transition to a more normal economy“, i profitti aziendali tenderanno ad abbassarsi, mentre i tassi di interesse più alti produrranno una riduzione delle attese future sugli utili aziendali ed una maggiore pressione sul segmento più rischioso del mercato obbligazionario.

Se gli investitori, come detto, si faranno trovare preparati di fronte a questo nuovo scenario le probabilità di scoppio di una bolla sui mercati finanziari rimarrà bassa. Sarà fondamentale, in questo senso, la comunicazione da parte delle autorità economiche; monetarie ma anche di quelle fiscali. Il nuvo grande obiettivo: preparare al ritorno della normalità.

Foto di wal_172619

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