I dati preliminari dei sondaggi PMI di dicembre sono incoraggianti per l’Eurozona, il settore privato rimane in zona contrazione ma si notano miglioramenti nel settore dei servizi (in attesa delle conseguenze dei nuovi lockdown); ancora forte la manifattura. Negli USA brutto dato dalle vendite al dettaglio di novembre. Questo ed altro nella K Briefing di metà settimana.
Eurozona, PMI manifattura meglio delle attese a dicembre. La stima preliminare dell’indice PMI sale a dicembre a 55.5, migliorandosi dal 53.8 di novembre e superando le attese (53.0). Si tratta del settimo mese consecutivo in zona espansione, un risultato che dipende in larga parte dalla tenuta dei nuovi ordini e soprattutto dal recupero delle esportazioni, alla seconda miglior rilevazione mensile da 34 mesi. Migliora anche l’aspettativa sull’andamento dell’economia nei prossimi mesi, mentre non smette di scendere la componente occupazione. A livello nazionale spicca il dato tedesco (58.6 da 57.8). In recupero quello francese che torna sopra 50 punti dopo la brusca frenata di novembre.
Eurozona, PMI servizi migliora a dicembre. Si tratta probabilmente del dato meno atteso. La stima preliminare del sondaggio PMI di dicembre, pur confermando lo stato di contrazione del settore servizi dell’area euro, ci dice che qualche segnale positivo comincia ad intravedersi. Il 47.3 registrato da IHS Markit è di molto superiore al dato di novembre (41.7) e dalle attese di mercato (41.9). Rimane pesante la domanda estera (voce dominata dalle aziende del settore turistico) e – ancora una volta – la componente occupazione. Continua a migliorare l’aspettativa sui prossimi mesi. Caveat: su questo quadro e sul dato definitivo del PMI andranno valutate le conseguenze dei nuovi lockdown natalizi.
La combinazione di manifattura e servizi ci dice che il settore privato dell’Eurozona rimane anche in dicembre in zona contrazione, un 49.8 – molto vicino alla soglia fatidica dei 50 – ed in miglioramento rispetto a novembre.
Gran Bretagna, scende inflazione. Settore privato torna in espansione a dicembre. L’inflazione inglese si ferma a +0.3% in novembre (-0.1% mensile), in calo rispetto al dato di ottobre (+0.7%) e minor valore da tre mesi a questa parte. Il settore alimentare impatta molto sul dato, tanto che la versione core dell’inflazione diminuisce di tre decimali rispetto ad ottobre ma rimane sopra l’unità (+1.1%) per il terzo mese consecutivo. Il sondaggio PMI fotografa, nella sua versione preliminare, un dicembre a due facce. Da un lato la manifattura supera le attese e rafforza la fase di espansione (57.3 contro 55.6); dall’altro lato il settore servizi rimane in zona contrazione, deludendo le attese che lo vedevano tornare sopra quota 50. Il settore privato inglese torna in zona espansione, 50.7 da 49. Le aspettative rimangono positive, anche se l’ottimismo frena leggermente rispetto a novembre.
USA, vendite al dettaglio male a novembre. Tonfo delle vendite al dettaglio nel mese che tradizionalmente vede la prima abbuffata di spese natalizie. Il -1.1% su base mensile diventa il secondo mese consecutivo con il segno meno (rivisto al ribasso, a -0.1%, anche il dato di ottobre). Facendo il confronto con novembre 2019, la differenza è negativa per 4,1 punti percentuali. Una media nella quale si compensa il +29% delle vendite nonstore (che comprende anche le vendite online) ed il -17% delle spese in ristorante. Anche togliendo la parte più volatile del dato il segno meno non sparisce: -0.8% le core e -0.5% le control group. A questo punto sembra sempre più urgente l’approvazione del nuovo pacchetto di stimoli fiscali, un’operazione che la definizione della pratica presidenziale potrebbe rendere più veloce.
USA, PMI dicembre in frenata. Giornata macro non positiva per gli USA. Anche il sondaggio IHS Markit segnala un raffreddamento della ripresa. Il PMI composite scende dal 58.6 a 55.7. Se il settore manifatturiero rimane sostanzialmente invariato, è quello dei servizi ad evidenziare la frenata più vistosa del sondaggio (da 58.4 a 55.3).
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