Commercio internazionale: 2020 col segno meno e prospettive incerte, ma non per tutti

Leggendo i dati del Global Trade Update emerge un quadro ancora molto incerto per il commercio internazionale, il 2020 è destinato a terminare con il segno meno e le prospettive per il 2021 rimangono legate a molte variabili.

Il periodico check-up dell’UNCTAD sulla salute del commercio internazionale ci conferma che il 2020 non farà di certo parte degli anni da incorniciare. La crisi scatenata dalla pandemia ha ridotto notevolmente gli scambi internazionali di beni e servizi, con un secondo trimestre capace di registrare una frenata del 19% rispetto allo stesso periodo del 2019.

Nel terzo trimestre, suggeriscono le prime proiezioni del Global Trade Update, sono iniziati a comparire primi timidi segnali di ripresa, concentrati soprattutto nel quadrante asiatico. Rispetto al secondo trimestre si è così registrato un recupero consistente, ma il confronto con il 2019 rimane ampiamente negativo, con una flessione stimata attorno al -4.5%.

Alla luce dei recenti sviluppi europei della pandemia e con la grana Brexit ancora tutta da disinnescare, le proiezioni per gli ultimi tre mesi dell’anno non sono incoraggianti. Il 2020 del commercio internazionale, infatti, sembra destinato a chiudersi con il segno meno. L’ultimo trimestre potrebbe segnare un -3%, percentuale soggetta a grande variabilità data l’incertezza che circonda questo scorcio d’anno. Nel complesso il saldo annuo dovrebbe oscillare tra il -7% ed il -9% rispetto al 2019, una frenata poderosa.

Se qualcosa è stato recuperato rispetto al primo semestre lo si deve soprattutto alle economie asiatiche. In particolare, dicono di dati UNCTAD, nel terzo trimestre i volumi sono positivi per quattro paesi: Turchia, Cina, Taiwan e Vietnam. Con quest’ultimo che le stime accreditano di un balzo, rispetto al terzo trimestre del 2019, del 10.4%. Significativa anche l’analisi dei soli volumi di scambio tra le economie emergenti, dati che mostrano una capacità di recupero decisamente più veloce rispetto alle economie avanzate.

A settembre segnali positivi sono giunti anche dalla Corea del Sud e dall’India, mentre si è andata irrobustendo la situazione cinese con le esportazioni a +13% e le importazioni a +10% rispetto allo stesso mese del 2019.

Foto di koon boh Goh

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