Gli investimenti ESG, un fenomeno che è stato in grado di raccogliere qualcosa come 30 trilioni di dollari di capitale nel giro di pochi anni ma che, ammonisce l’OCSE, rischia di deragliare per poca trasparenza.
Sfruttare gli investimenti per indirizzare l’economia mondiale verso un futuro di sostenibilità ambientale e sociale. Se ci chiedessero cosa significa ESG in poche parole, questa sarebbe sicuramente una definizione calzante. Ma cosa significa sfruttare gli investimenti e, soprattutto, come valutare che i soldi che i risparmiatori mettono nei “veicoli finanziari ecosostenibili” producano davvero i risultati sperati?
L’OCSE affronta l’argomento nel suo annuale “Business and financial outlook” e lo fa in termini piuttosto critici. Se da un lato l’organizzazione parigina ammette che gli investimenti ESG sono oramai parte integrante del panorama finanziario, dall’altro lato sottolinea le difficoltà che si incontrano nel definire quali siano, o dovrebbero essere, gli obiettivi di un investimento di questo tipo.
Ammettendo che uno dei principali obiettivi degli investimenti “ecosostenibili” sia quello di ridurre l’esposizione ai rischi non finanziari derivanti da shock esterni, dice l’OCSE, è assolutamente necessario che gli investitori possano valutare e quantificare come e quanto ciò accada.
E qui iniziano le lacune. I dati sulla sostebilità ambientale, sociale e sulla governance delle aziende sono pochi ed incompleti. Senza tali dati, senza definire dei valori di riferimento e senza poter misurare gli effettivi miglioramenti indotti, non è possibile un’accurata comunicazione agli investitori dei rischi e dei benefici degli investimenti ESG. Nel lungo periodo, continua il report, questo deficit di trasparenza potrebbe portare ad una perdita di fiducia da parte dei risparmiatori, qualcosa da evitare in maniera accurata.
Altro tasto dolente è quello degli standard. Cos’è ESG e cosa no? Anche su questo fronte serve un’armonizzazione delle regole, una semplificazione che permetta, in maniera chiara, un confronto tra i vari investimenti ed una precisa identificazione delle aziende virtuose. In questo senso viene automatico riallacciarsi alla proposta da parte della BIS – di cui scrivevamo qualche giorno fa – di un sistema di rating green: semplice, diretto, confrontabile.
Gli investitori hanno dimostrato e stanno dimostrando un forte interesse ed una positiva sensibilità sull’argomento ESG, sta ai legislatori ora preservare questo patrimonio di fiducia e di capitali necessari all’economia mondiale per affrontare le grandi sfide future.
Foto di mohamed Hassan