Produzione industriale a febbraio. Segno meno per Italia e Gran Bretagna

La produzione industriale a febbraio manifestava già segni di debolezza in Italia e Gran Bretagna. Dagli USA ancora boom di richiesta di sussidi di disoccupazione. Fiducia consumatori americani scende. Questo ed altro nella penultima K Briefing della settimana.

Produzione industriale febbraio, segno meno per Italia e Gran Bretagna. Nel mese di febbraio la produzione industriale ha segnato un calo su base annua del 2.8% in Gran Bretagna, mentre il dato mensile indica una crescita sostanzialmente piatta (+0.1%). La produzione manifatturiera inglese ha messo a segno un +0.5% su base mensile. Negativo, ma meno delle attese, il saldo rispetto a 12 mesi prima: -3.9%. Non ci sono segni positivi, invece, per l’industria italiana. La produzione a febbraio è calata dell’1.2% su base mensile e del 2.4% su base annua. Numeri da annotare, ricordando che il lockdown è iniziato, nella sua versione più estesa, il 9 marzo scorso.

In controtendenza il dato indiano che, sempre a febbraio, ha segnato un balzo del 4.5% (dal +2.1% del mese precedente). Aumento dovuto soprattutto al comparto manifatturiero, cresciuto nel secondo mese dell’anno del 3.2% (il doppio del mese precedente).

Banche centrali. Continuano i movimenti della politica monetaria, tutti orientati ad aumentare il flusso di liquidità nel sistema economico. La Serbia annuncia a sopresa un nuovo taglio dei tassi di 50 punti base, ad un mese di distanza dal primo intervento. Il riferimento raggiunge il minimo record dell’1.5%. Ieri ad effettuare una manovra d’emergenza era stata la Polonia, un taglio di 50 punti base che ha portato il riferimento allo 0.5%. Mossa inattesa e che lascia molti dubbi, soprattutto se letta assieme ad altri due dati. Il primo è l’inflazione, che ha raggiunto il 4,7% ed è ben al di sopra del target del 2,5%. Il secondo è il maxi acquisto di titoli di stato (4,6 milioni di dollari), operazione che rientra in un piano di QE attualmente senza limiti di acquisto e che rischia di creare un legame troppo stretto e pericoloso tra politiche in deficit e banca centrale.

USA, ancora in salita dato su richieste sussidio. Ancora in salita il numero di americani che hanno fatto richiesta di sussidio di disoccupazione. Ai circa 10 milioni che avevano presentato domanda nelle ultime due settimane di marzo, si aggiungo le 6,6 milioni di unità della settimana scorsa. La media a 4 settimane si porta al livello record di 4,265 milioni. I sussidi continuativi raggiungono e passano i 7 milioni.

Canada, mercato del lavoro ko a marzo. Un milione di lavoratori in meno, questo il saldo di marzo per l’occupazione canadese alle prese, come tutti, con i blocchi alle attività dovuti al coronavirus. Si tratta di un record storico. L’emorragia è quasi equamente divisa tra part time e full time. Il tasso di partecipazione scende al 63% (dal 65%) mentre quello di disoccupazione tocca il 7,8% (dal 5.6%)

IFM, recessione grave quanto crisi del 1929. Il Fondo monetario internazionale stima che la recessione causata dal covid-19 sarà la peggiore della storia dalla grande depressione del 1929 ad oggi. Ad essere particolarmente colpiti saranno i paesi emergenti e quelli a basso reddito di Africa, Sud America ed Asia. Un parziale recupero può essere possibile nel 2021, a patto che la minaccia del coronavirus venga disinnescata entro l’anno. Infine un dato sulla potenza di fuoco sganciata, sino a qui, dai governi sotto forma di stimoli finanziari: 8 trilioni di dollari.

USA, fiducia consumatori scende. In aprile la fiducia dei consumatori americani scende. L’indice curato dall’Università del Michigan segna 71 (a marzo era 89.1) nella sua stima preliminare. Si tratta del peggior dato dal dicembre del 2011 ed il peggior scarto negativo mensile in assoluto. Scendono tutte le componenti. Cala la percezione della condizione attuale e l’aspettativa sui prossimi mesi. Perde 1 decimale la stima di inflazione a breve termine (2,1 da 2,2), mentre è vista in salita l’inflazione a lungo (2.5% da 2.3%). Secondo i curatori del sondaggio, confrontando i dati con il 1980, i consumatori starebbero scontando l’approssimarsi del picco epidemico, ed un successivo rapido ritorno alla normalità. Ma questo li espone ad una sorta di double dip. Nel momento in cui realizzeranno che la recessione sarà abbastanza lunga, l’indice di fiducia potrebbe crollare molto più giù.

Foto di Peter H

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