Altro venerdì nero per le borse mondiali alle prese con il panico da coronavirus. Sul fronte macro, negli USA, il mercato del lavoro mostra ancora una salute di ferro . Questo ed altro nell’ultima K Briefing della settimana.
Gran Bretagna, prezzi abitazioni crescono meno del previsto. In febbraio i prezzi delle abitazioni sono cresciuti del 2.8%, in rallentamento rispetto al +4.1% di gennaio e sotto le attese del mercato. Il buon andamento del mercato del lavoro e i tassi di interesse dei mutui continuano a sostenere il mercato immobiliare.
Spagna, produzione industriale inciampa. A gennaio il dato annuo scivola del 2.1%. Ben al di sotto delle attese di mercato ed in controtendenza rispetto al dato di dicembre (+1.1% rivisto al rialzo). Si tratta del peggior ribasso da marzo del 2019. A trascinare giù l’output spagnolo il settore energia con un calo del 5.8%, dopo lo zero spaccato di dicembre.
Giappone, Leading Indicators Index scende a gennaio. L’indice sulla possibile traiettoria dell’economia nipponica nei prossimi mesi tocca i minimi dal 2009. A gennaio scende a 90.3 da 91. Basato su indicatori quali offerte di lavoro e fiducia dei consumatori, l’indice segnala i primi cedimenti causa coronavirus.
USA, mercato del lavoro si mantiene in salute. Con il miglior aumento di posti di lavoro dal maggio del 2018, a febbraio il mercato del lavoro americano conferma uno stato di ottima salute. 273mila assunti in più e tasso di disoccupazione che ridiscende al 3.5%. Importante l’apporto pubblico, con 45mila assunti, buono l’apporto del settore costruzioni con 42mila assunti in più. Aumentano anche le ore lavorate che passano da 34.3 ore/settimana a 34.4 ore/settimana. Ma c’è un ma. C’è infatti da chiedersi quanto impatterà l’epidemia di coronavirus sull’occupazione americana. In particolare gli occhi sono puntati sul settore dei servizi. Con i trasporti, il turismo ed il settore alberghiero che potrebbero andare in grossa crisi nelle prossime settimane se il contagio continuerà ad espandersi.
Borse ancora giù. Correzione ai limiti? Ad un mese lo S&P500 ha perso il 9.13%, il Dow Jones l’8.47%. In Europa il DAX sfiora il 15%, così come l’EuroStoxx. Numeri che al momento possono ancora essere considerati da correzione. L’arrivo dei primi dati macro relativi al mese di marzo, però, potrebbe rappresentare una spallata molto forte per i listini. Il T-Bond a 10 anni raggiunge il livello di rendimento record di 0.75%, segno di una forte pressione sulla FED per ulteriori manovre espansive.
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