India taglia stime PIL, von der Leyen riaccende il nodo Brexit

Mentre la situazione sul fronte USA-Iran vive momenti concitati, la giornata si focalizza attorno a due notizie, una macroeconomica ed una politica. L’India taglia le stime del PIL mentre la presidente della commissione europea, Ursula von der Leyen, prepara il campo della trattativa post Brexit. Questo ed altro nel nostro appuntamento quotidiano con la KBriefing.

India taglia stime PIL. Solo un +5%. Questa la nuova stima di crescita per l’India nell’anno fiscale che si chiude a fine marzo. 3 punti sotto il livello di crescita del 2017 ed al ritmo più lento dal 2009 a questa parte. A pesare sul PIL indiano la debolezza dei consumi domestici (che rappresentano il 60% del prodotto interno lordo), la ancora irrisolta crisi del settore creditizio ed i venti avversi della congiuntura internazionale. Cresce la disoccupazione e cala la fiducia dei consumatori. Un quadro poco incoraggiante che mette a rischio la rincorsa alle altre economie dell’area asiatica. Secondo i calcoli riportati da Bloomberg.com per raggiungere, da qui al 2024, i livelli di PIL/pro capite di Corea del Sud e Indonesia, l’India dovrebbe crescere ad un ritmo annuo dell’9/10%. Paradossalmente una crescita del 5%, se protratta nel tempo, la renderebbe sempre più debole nel contesto asiatico.

Brexit, von der Leyen chiede a Johnson di stabilire le priorità. Probabilmente inizia oggi la lunga maratona che dovrà portare alla riscrittura dei rapporti tra la UE ed il Regno Unito. La presidente della commissione, Ursula von der Leyen, ha tenuto oggi un discorso alla London School of Economics, sottolineando la necessità di stabilire delle priorità. Per von der Leyen il completamento della transizione entro il 2020 sarà difficile se non ci saranno concessioni reciproche e se non verranno indicate le priorità da affrontare. Gli analisti rimangono dell’idea che uno slittamento del termine della fase di transizione oltre dicembre 2020 sia ancora l’ipotesi più probabile.

Germania, ordinativi all’industria giù a novembre. Dopo i buoni dati di ieri sulle vendite al dettaglio arrivano oggi segnali contrastanti. Gli ordini all’industria di ottobre sono stati rivisti al rialzo (da -0.4% a +0.4%), a novembre però il calo degli ordinativi è stato dell’1.3%, molto sotto le attese (+0.2%).

Fiducia ed aspettative Zona Euro. Bene solo i servizi. Dati poco mossi quelli sulla fiducia e sulle aspettative per l’economia dell’area euro. La fiducia dei consumatori peggiora leggermente a dicembre. Migliora un po’ l’aspettativa di inflazione mentre rimane stabile l’aspettativa del settore produttivo. Una stabilità dovuta soprattutto alla fiducia nel settore dei servizi (Services Sentiment a dicembre sale a 11,4 da 9,2) mentre il settore industriale continua ad essere timoroso.

USA, sondaggio ADP conferma la salute del mercato del lavoro. A dicembre gli occupati non agricoli sono aumentati di 202mila unità. Meglio delle attese e della rilevazione di novembre; miglior dato da 8 mesi a questa parte. 173mila i posti creati dal settore servizi, dato positivo anche per l’industria che aggiunge 29mila posti di lavoro. Il sondaggio ADP precede i dati ufficiali del ministero del lavoro che saranno diffusi venerdì.

USA, scorte petrolio. Aumentano le scorte di petrolio nella lettura settimanale diffusa oggi dall’EIA. 1,164 milioni di barili stoccati in più rispetto alla settimana precedente, le attese erano per un calo di 3,6 milioni di barili. Crescono anche le scorte di gas naturale. Il petrolio WTI cede l’1,3% nel pomeriggio, portandosi a quota 61,41 dollari/barile. Anche il Brent flette, rimanendo sotto quota 70 dollari al barile.

Foto di Free-Photos

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