Quali saranno i market mover d’autunno sui mercati finanziari?

Agosto. Tempo di riposo (per chi può) e di riflessioni su quello che potrà essere l’ultima parte di un 2019 terribilmente complicato. E allora meglio conoscere quali saranno i market mover d’autunno sui mercati finanziari.

L’economia mondiale continua ad avere la febbre. Un malessere diffuso che tende a trascinarsi da molti mesi e che ha nella complessa vicenda dei dazi USA Cina uno dei suoi principali agenti patogeni. Il leading indicators elaborato dall’OCSE mostra come (dato aggiornato a maggio 2019), la media dei 36 paesi aderenti all’organizzazione parigina si collochi sotto quota 100. In altri termini ci si attende che l’economia di questi paesi continui a rallentare. Vale per gli Stati Uniti ed anche per la Cina (anche se quella U viola disegnata nel grafico fa, o faceva prima delle ultime fiammate della crisi commerciale, sperare in un cambiamento).

Leading Indicators – OCSE – Maggio 2019

Uno scenario che si esplicita in una generale diminuzione dei profitti aziendali, una dinamica dei prezzi stagnante ed un ritorno alla politica monetaria espansiva. Il tutto in attesa di un sussulto della politica in grado di rimettere ordine al caos generatosi e dare finalmente il via ad un piano di politica fiscale in grado di supportare le banche centrali nella ricerca di una crescita sostenibile.

I mercati reagiscono di conseguenza. Gli investitori temono che il perdurare di una fase di conflitto internazionale su una materia cruciale come lo scambio di beni e servizi, possa far ulteriormente deteriorare le aspettative macro, facendo apparire all’orizzonte lo spauracchio di una recessione globale. Un massiccio intervento delle banche centrali potrebbe calmare le acque ma non può risolvere il problema.

Trump e le sue mosse (in odor di campagna elettorale) sarà uno dei market mover d’autunno e lo scontro con la Cina – che rischia di sfociare in una guerra di moneta – ci accompagnerà ancora per molto tempo. I mercati, prima o poi, si faranno un’opinione precisa e cominceranno a ricalcolare tempi e probabilità di un accordo risolutore tra le parti. Strettamente legato alla Casa Bianca sembra l’altro market mover, vale a dire la Federal Reserve e le sue decisioni sui tassi di interesse. Ci sarà un nuovo intervento? Tutto fa pensare che Powell continuerà a monitorare l’andamento del mercato del lavoro USA ed attenderà i dati del terzo trimestre per capire se l’economia a stelle e strisce sta uscendo dai binari. Novembre o dicembre sembrano le scadenze più consone per un’ulteriore sforbiciata ai tassi. Interventi più ravvicinati desterebbero qualche timore in più.

Ma l’occhio dell’investitore dovrà porre una certa attenzione anche sul versante europeo. Se nel vecchio continente la politica monetaria sembra segnata, è lo politica vera e propria che dirigerà le danze. Dalla Brexit all’Italia, saranno solo decisioni politiche; ma con conseguenze economiche non indifferenti. I mercati auspicherebbero un’uscita con accordo del Regno Unito dall’Europa ed un governo italiano che concordi la sua manovra con Bruxelles. Ottobre sarà lo snodo, il percorso è intricatissimo.

Tra i market mover d’autunno non mancheranno le – purtroppo – ricorrenti tensioni mediorientali (Iran) ed asiatiche (Pakistan – India – Corea del Nord). La stessa Cina, oltre a dover risolvere i problemi legati al post surriscaldamento della propria economia, si trova al centro del difficile momento politico di Hong Kong (e di quello che l’isola rappresenta a livello finanziario internazionale).

Che autunno ci aspetta? Visto in lontananza, in una solleggiata giornata di mezza estate, sembra configurarsi un periodo dai forti sbalzi d’umore, dove tenere i nervi saldi e coprirsi un po’ di più potrebbero essere le armi vincenti.

A Dio piacendo, saremo qui a raccontarlo dal 2 di settembre. Ora é il momento di staccare la spina per una piccola pausa. A tutti l’augurio di potersi ritagliare in queste settimane un momento di meritato riposo.

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