Il recente Global Financial Stability Report dell’FMI fotografa un’economia globale nella quale le condizioni del mercato finanziario rimangono accomodanti con i tassi che, seppur in ripresa da ottobre 2018, rimango su livelli storicamente bassi.
In questo quadro di condizione finanziaria “accomodante” sembrano proliferare diversi fattori di vulnerabilità. Negli USA, ad esempio, il rapporto tra debito privato e PIL continua a crescere ritoccando i suoi record. Nell’eurozona molte banche continuano ad avere in pancia quantità esagerate di titoli di stato. In Cina, il settore bancario soffre di scarsa profittabilità e le medie e piccole realtà attive nel settore dei prestiti continuano ad avere capitalizzazioni inadeguate ai rischi che si accollano. Un mutamento delle condizioni economiche globali rischia di trasformare la pioggia di capitali riversatasi sulle economie emergenti in un boomerang, con i gestori pronti a tornare ad investire in mercati “storici”, più profittevoli o sicuri.
Queste vulnerabilità, in presenza di una fase di rallentamento dell’economia mondiale e di irrigidimento delle condizioni finanziarie globali, possono condurre anticipatamente ad una fase di recessione e renderla molto più severa.
Diversi sono i settori nei quali queste vulnerabilità si evidenziano. Ad esempio, nota l’FMI, quello dei corporate bond. Dalla crisi del 2008, negli USA e nell’eurozona, la quantità di prestiti obbligazionari contrassegnati da un rating BBB è quadruplicata, questo ha comportato un significativo deterioramento della qualità del debito. In presenza di una fase di rallentamento economico, la capacità di far fronte ai propri impegni da parte di emittenti di qualità inferiore è limitata, con conseguenze facilmente intuibili.
L’FMI sottolinea come esista una relazione tra la persistenza di una condizione finanziaria accomodante e la crescita delle vulnerabilità del sistema, con il conseguente aumento del rischio di instabilità finanziaria. Nel breve periodo quest’ultimo appare sotto controllo ma nel medio periodo continua ad essere piuttosto elevato e, ammonisce il Fondo Monetario Internazionale, le istituzioni governative dovrebbero porre in atto una serie di provvedimenti in grado di tenere sotto controllo le vulnerabilità sopra citate e monitorare settori “sentinella” come ad esempio quello immobiliare la cui dinamica dei prezzi può fornire informazioni anticipatrici sul futuro andamento dell’economia.