Come da attese le prime trimestrali del 2019 stanno lanciando chiari segnali di rallentamento dell’economia USA. Si tratta di un fenomeno a macchia di leopardo che, nel complesso, mantiene l’economia statunitense sul binario della crescita.
I buoni dati di Amazon e Microsoft e le attese positive sui conti Facebook, stanno dando fiato al Nasdaq e fanno da contraltare ai dati un po’ più contraddittori dell’economia “tradizionale”. Il tonfo di 3M e le perplessità di IBM da un lato, la tenuta del settore finanziario (con la buona trimestrale di Bank of America) e la timida ripresa di Caterpillar dall’altro.
Secondo le più recenti statistiche messe a disposizione da Factset, le società dello S&P500 stanno registrando una flessione degli utili del 3,9% ma il 78% di esse sta riportando utili per azione superiori a quelli attesi, con uno scarto rispetto alle aspettative di oltre 5 punti percentuali (5,7% di differenza tra utili effettivi ed attesi). Entrambi i dati sono superiori alla media a 5 anni.
I conti non sono solo mere addizioni e sottrazioni ma si possono trasformare in posti di lavoro, che si creano o che saltano. E, nei prossimi mesi, sarà proprio il mercato del lavoro l’osservato speciale per capire quanto il raffreddamento congiunturale può evolvere in qualcosa di più complesso o risolversi in un semplice rallentamento.
Nel frattempo non si può che annotare la stima preliminare sul PIL del primo trimestre 2019 negli USA, che racconta di una crescita su base annua del 3,2%. Con un’inflazione stabile e la FED prudentemente in attesa, i mercati azionari non dovrebbero trovare forti motivazioni ad invertire la rotta nel brevissimo periodo.
Preoccupa, e non poco, la pesante involuzione dell’economia dell’eurozona. Il dato, giunto settimana scorsa, sul rallentamento dell’inflazione core (la variazione dei prezzi escludendo i beni energetici ed alimentari) non fa altro che confermare la fase di stanca che si vive nel vecchio continente. In questo contesto i tassi sono destinati a rimanere fermi ancora molto a lungo mentre il settore finanziario (penalizzato dai bassi tassi) continua ad essere al centro dell’attenzione (DB e non solo).
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