Mercati, ora è il rischio geopolitico il protagonista

Il 2018 si sta rivelando un anno ricco di colpi di scena. Dopo le ipotesi di fiammata inflazionistica che hanno colpito duro i mercati in febbraio ecco che il nuovo giro di giostra rispolvera un classico: il rischio geopolitico.

Il tweet che trovate qui sotto è il punto di partenza del nostro post.

A scriverlo è Ole S. Hansen, di Saxo Bank. Il grafico mostra l’andamento del Geopolitical Risk Index, un termometro delle tensioni geopolitiche. Attualmente l’indice è ai livelli più alti dal 2003 ad oggi, vale a dire dall’invasione dell’Iraq da parte degli Stati Uniti di Bush Junior.

Nel grafico si notano tre recenti picchi in corrispondenza della crisi ucraina, dell’attentato di Parigi e delle tensioni con la Korea del Nord. L’ultima impennata è di questi giorni, guidata dalle vicissitudini dell’amministrazione Trump e dal nuovo braccio di ferro tra Russia e UK.

Il rischio geopolitico torna quindi protagonista proprio nel momento in cui i segnali inviati dall’economia reale sembrano confermare un percorso ancora orientato alla crescita e distante da scenari di surriscaldamento dei prezzi al consumo.

Ma tutto questo come può incidere sui mercati? Se il comparto azionario ed obbligazionario sembrano più esposti alle vicende relative a possibili “baruffe” commerciali,  a temere maggiormente delle tensioni politiche sono le valute.  In particolare, la debolezza del dollaro sembra pesantemente condizionata dall’intenso turnover all’interno della Casa Bianca e dal Russiagate costantemente sospeso, come una spada di Damocle, sulla presidenziale capigliatura.

Ad agitare i sonni dell’inquilino della Casa Bianca sono anche le prossime elezioni di midterm. Il risultato delle recentissime elezioni in Pensylvania non induce all’ottimismo; i repubblicani perdono e arretrano di 20 punti percentuali rispetto alle presidenziali. Tutto questo spinge Trump ad una politica più aggressiva specialmente sui temi che lo hanno condotto alla vittoria nel 2016.

In questo senso è lecito attendersi nuove uscite avventurose che, unite alle crescenti tensioni tra Russia ed occidente, potrebbero riportare la volatilità al centro della scena sui mercati finanziari.

Citavamo la Russia, lo scontro apertosi con la Gran Bretagna rischia di portare a nuove sanzioni e ad isolare ulteriormente Putin sullo scacchiere internazionale (con tutte le conseguenze che si possono immaginare).

Mentre dalle parti di Roma si inizia la lunga marcia verso la formazione di un governo, i mercati guardano con crescente attenzione all’intricarsi delle relazioni tra i grandi attori del palcoscenico internazionale. Le antenne dei risparmiatori inizino a drizzarsi.

 

 

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