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Accordo sulla Brexit, ci siamo. Ma rimane il nodo Irlanda del Nord.

Abbiamo seguito per mesi lo svolgersi turbolento dei negoziati per l’uscita della Gran Bretagna dall’Unione Europea, oggi la notizia tanto attesa è arrivata: l’accordo sulla Brexit c’è.

Il cammino di separazione comincia a delinearsi in maniera più precisa anche se sullo sfondo rimane la questione legata allo status dell’Irlanda del Nord. I negoziatori Michel Barnier e David Davis hanno trovato la quadra dopo mesi di tira e molla che avevano lasciato spazio ad ipotesi di un secondo referendum per cancellare la prima decisione, presa oramai quasi due anni fa.

L’accordo sulla Brexit prevede un periodo di transizione di due anni durante i quali la Gran Bretagna manterrà lo status attuale, successivamente il divorzio avrà pieno effetto. Se la tabella di marcia verrà rispettata i sudditi di sua Maestà potranno dirsi fuori dalla comunità europea all’inizio del 2021.

Come ben sintetizzato nel tweet di David Carretta, l’accordo sembra coprire buona parte delle tematiche. In particolare c’è l’accordo sullo status dei cittadini europei in UK e viceversa. La discriminante sarà il periodo di permanenza, un cittadino europeo che viva in UK da almeno 5 anni potrà restarvi senza limitazioni, idem per un cittadino inglese che viva in un paese dell’unione.

Tra le caselle lasciate in bianco c’è quella relativa allo status dell’Irlanda del Nord. Per il momento si rinvia a futuri negoziati la definizione della questione sulla quale sia Londra che le autorità irlandesi sembrano intenzionate a tenere il punto.

Le prime impressioni sull’accordo raggiunto spingono a pensare che la linea della soft Brexit sia riuscita a prevalere, tanto è vero che i mercati plaudono al risultato della trattavita e la sterlina riprende vigore. A questo punto si attende la firma del premier May che potrebbe arrivare già a fine settimana.

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