Crollo delle borse. Cosa fare quando i mercati finanziari segnano burrasca?

La gestione dei momenti di burrasca dei mercati è la prova del 9 per tutti i risparmiatori. Quando si assiste ad un crollo delle borse, improvviso e repentino, un portafoglio appropriato alla propria propensione al rischio fa la differenza ed aiuta l’investitore a rimanere lucido mantenendo i nervi saldi

La premessa è d’obbligo. Un buon portafoglio si basa su una buona diversificazione. La diversificazione è l’unico sistema che ci permette di controllare e limitare quanto possibile la volatilità dei nostri investimenti. La volatilità, poi, deve essere compatibile con il profilo di rischio dell’investitore. Banalità forse ma è sempre bene ricordarle.

Quando arriva un momento di burrasca, come un crollo delle borse, un portafoglio adeguato al profilo del risparmiatore gli permette di rimanere lucido, di mantenere i nervi saldi e i poter mettere in atto alcune accortezza come quelle che riportiamo qui sotto.

1) Cambia focus

Quando un momento di burrasca si scatena sui mercati azionari è umano concentrarsi sulla contabilità dei segni meno, ma non fissatevi. A meno che non siate dei trader o – cosa nefasta – abbiate investito tutto in un’unica asset o –  peggio ancora – in poche azioni (per voi è necessario tornare alla premessa!), compulsare freneticamente l’app del proprio istituto bancario, per vedere come si comportano i nostri risparmi, è una delle peggiori cose da fare. Cambiate focus! Ricordatevi qual è l’orizzonte temporale del vostro investimento, l’obbiettivo da raggiungere e rilassatevi. E se proprio non riuscite a rilassarvi, beh, forse qualcosa nella creazione del portafoglio è andato storto…

2) Ribilanciare per mantenere costante il profilo di rischio del proprio portafoglio

Un portafoglio ben diversificato va mantenuto in perfetta efficienza ribilanciando periodicamente le asset class. Se le azioni sono cresciute molto ed al contempo le obbligazioni sono scese c’è il rischio di trovarsi con una percentuale di azioni più alta rispetto a quella impostata originariamente nel nostro portafoglio, questo lo rende più rischioso. Ribilanciare, ossia riportare le percentuali delle asset class ai valori iniziali, è un ottimo modo per mantenere intatto il profilo di rischio originale del nostro portafoglio e ci permette di fare operazioni di vendita degli asset che quadagnano di più e di acquisto degli asset sottovalutati.

3) Sfruttare l’approccio multifattoriale

Se è importante mantenere la corretta suddivisione tra le varie asset class (azioni, obbligazioni, etc..) è altrettanto importante agire a livello di tattica. Si tratta di modificare la tipologia di titoli presenti all’interno delle singole asset class in base alla fase del ciclo economico che stiamo vivendo o che ci attendiamo nei prossimi mesi/anni. Se supponiamo che il ciclo economico stia raggiungendo un punto di massima espansione potremmo preferire azioni ad alto dividendo e con bassa volatilità. Se le attese sono per un rialzo dei tassi di interesse potremmo, ad esempio, irrobustire la presenza di obbligazioni a tasso variabile in grado di sfruttare questo scenario.

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