Il dato sulla crescita negli Stati Uniti nel primo trimestre 2025 è stato rivisto al rialzo nella seconda lettura, ma la variazione rimane negativa. Il calo su base annualizzata passa dal -0,3% al -0,2%, grazie a maggiori investimenti fissi rispetto a quanto fissato in precedenza. Restano gli altri punti: forte impatto negativo delle importazioni nette e debolezza dei consumi privati. Rivista al ribasso, di un decimo, la crescita dei prezzi core PCE, al +3,4%.
Corea del Sud, banca centrale taglia i tassi.
Come da attese, la banca centrale sudcoreana ha deciso per un nuovo taglio dei tassi di interesse, il quarto da ottobre scorso, portando il riferimento al 2,5% dal 2,75% precedente. Con l’inflazione in rallentamento ed una crescita negativa nel primo trimestre, la banca centrale ha deciso di sostenere la domanda interna, anche di fronte alle nuove minacce rappresentate dai dazi statunitensi.
Giappone, fiducia consumatori torna a crescere a maggio.
Nel mese di maggio la fiducia dei consumatori giapponesi è tornata a crescere per la prima volta dal novembre scorso. L’indice sale a 32,8 punti dopo aver toccato il minimo a due anni nel mese di aprile. Migliorano tutte le componenti del sondaggio, dall’aspettativa di crescita alla propensione all’acquisto.
Stati Uniti, mercato del lavoro.
Le nuove richieste di sussidi di disoccupazione sono salite la scorsa settimana a 240 mila, massimo ad un mese e sopra le attese del mercato. La media a quattro settimane rimane attorno alle 230 mila unità. Il dato più interessante riguarda i sussidi continuativi, un indicatore della difficoltà di trovare un nuovo impiego. La scorsa settimana sono saliti a 1,919 milioni, sopra le attese e massimo da inizio novembre 2021.
Sud Africa, banca centrale taglia ancora i tassi di interesse.
Come da attese, la banca centrale sudafricana ha tagliato di altri 25 punti base i tassi di interesse, portando il riferimento al 7,25%, minimo da inizio 2023. La mossa, favorita da un’inflazione sotto controllo, è dettata dalla debolezza della crescita. L’istituto ha abbassato le proprie stime sia per quel che riguarda la crescita, sia per l’inflazione.
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