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Eurozona, inflazione sale a dicembre ma in linea con le attese

Nell’Eurozona inflazione sale in linea con le attese nella lettura di dicembre 2024. Risalgono i prezzi dell’energia e dei servizi. In aumento anche le aspettative di inflazione dei consumatori. Questo e altro nella prima K Briefing dell’anno.

Eurozona, inflazione sale a dicembre ma in linea con le attese. Nel mese di dicembre i prezzi al consumo nell’area Euro sono saliti del 2,4% su base annua, secondo mese di accelerazione consecutivo, ma dato in linea con le attese del mercato. La fine del base effect sul comparto energia si accompagna ad un moderato rialzo dei prezzi sui servizi (+4% annuo contro il +3,9% del mese di novembre). La componente core rimane stabile al 2,7%, anche in questo caso siamo in linea con le attese. Su base mensile la variazione sale al +0,4%, in controtendenza rispetto al mese precedente e massimo da aprile scorso. La BCE in mattinata ha diffuso il dato di novembre sulle aspettative di inflazione dei consumatori dell’area. L’inflazione attesa a 12 mesi sale al 2,6%, un decimo in più rispetto ad ottobre; quella a tre anni passa dal 2,1% al 2,4%.

Eurozona, settore costruzioni continua fase di contrazione. Il sondaggio PMI relativo al settore costruzioni dell’area Euro continua a segnalare una fase di contrazione piuttosto sostenuta. L’indice nel mese di dicembre ha guadagnato due decimi, salendo a 42,9 punti; 32° mese consecutivo in zona contrazione. A livello nazionale sorride solo l’Italia che vede il PMI tornare sopra la soglia dei 50 punti per la prima volta dal marzo scorso. Nebbia fitta, invece, per la Germania che registra un ulteriore calo a quota 37,8 punti. Netta fase di contrazione anche per la Francia.

Eurozona, disoccupazione stabile a novembre. Ancora un mese di sostanziale stabilità per il mercato del lavoro dell’area Euro. Il tasso di disoccupazione si conferma al 6,3%, in linea con le attese e al minimo storico della serie. Stabile anche la lettura relativa alla disoccupazione giovanile, ferma al 15%. Su base nazionale la Spagna conferma il dato in doppia cifra, mentre l’Italia fa meglio della Francia e la Germania mantiene il proprio tasso di disoccupazione sotto il 3,5%.

India, crescita attesa per il 2025 rivista al ribasso. La crescita prevista per l’anno fiscale 2024/2025 è stata rivista al ribasso dal governo indiano. La variazione annua del PIL dovrebbe fermarsi al +6,4%, un decimo in meno della stima precedente e percentuale più bassa dal 2020 ad oggi. A fronte di una spesa privata e pubblica migliorata rispetto alle stime precedenti, i numeri diffusi dal governo indiano segnalano un rallentamento della crescita degli investimenti e delle scorte. Inflazione e salari in calo hanno comunque ridotto sensibilmente la spesa privata rispetto all’anno fiscale precedente, chiuso con una crescita del PIL di oltre otto punti percentuali. Per gli analisti sembrano farsi più forti le pressioni sulla banca centrale per un allentamento ulteriore della politica monetaria.

Stati Uniti, offerte di lavoro nel mese di novembre. Secondo mese di crescita consecutivo per le offerte di lavoro negli Stati Uniti. A novembre si è tornati sopra la soglia degli 8 milioni, massimo da maggio scorso. Si tratta di una lettura ben al di sopra delle attese del mercato che indicavano un calo dei posti vacanti rispetto a ottobre. Scende il numero di uscite volontarie ed il quits rate cala all’1,9%. Il dato sembra indicare una fase di stabilità del mercato del lavoro statunitense. Il calo del quits rate indica una minor propensione a cambiare posto di lavoro, probabilmente anche a causa di maggiori incertezze sulla possibilità di trovare rapidamente una soluzione alternativa vantaggiosa.

Stati Uniti, indice ISM servizi di dicembre. Il settore servizi statunitense continua la sua fase di espansione. Nel mese di dicembre l’ISM manifatturiero registra il 6° mese consecutivo sopra quota 50. L’indice si ferma a 54,1 punti, meglio delle attese, grazie ad un incremento delle nuove attività e ad un aumento degli ordini. Sostanzialmente stabile la componente occupazione, mentre sul fronte dei prezzi si registra un deciso rialzo della componente che li monitora.

Stati Uniti, boom di importazioni a novembre. Nel mese di novembre le importazioni statunitensi sono salite del 3,4%, massimo dal marzo del 2022, a quota 351,6 miliardi di dollari. È l’effetto combinato degli scioperi annunciati dal settore portuale per il mese di dicembre e del timore di nuovi dazi sulle importazioni a partire dall’inizio del 2025. Sempre nel mese di novembre, le esportazioni hanno registrato un incremento del 2,7%.

Foto di Oleg Mityukhin

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