A partire dall’inizio di questo secolo la crescita dell’economia americana ha mantenuto una caratteristica pressochè costate: il basso utilizzo di energia elettrica. Ora, con l’utilizzo sempre più massiccio dell’intelligenza artificiale, le cose sono destinate a cambiare.
Sfogliando le prime pagine del rapporto “Gridlock:the demand dilemma facing the US power industry” della società di consulenza Wood Mackenzie si rimane sorpresi da un grafico, quello che trovate qui sotto.
Dall’inizio di questo secolo in poi, mentre la crescita economica statunitense ha continuato a buon ritmo, la domanda di energia elettrica si è sostanzialmente mantenuta costante. Un dato non sorprendente per un’economia che di certo non fa storicamente della manifattura il suo punto di forza e che poteva considerare, almeno sino ad ora, la sua produzione di energia e la sua rete di trasporto ben dimensionata rispetto alle esigenze.
Ecco, abbiamo scritto “almeno sino ad ora” e il motivo lo spiega proprio il report compilato da Wood Mackenzie. La domanda di energia sta ricominciando a crescere, e lo sta facendo con percentuali che in alcune regioni toccheranno il 15%. Numeri che non si vedevano dall’inizio degli anni 90 dello scorso secolo. Insomma, il trend rappresentato nel grafico visto sopra si sta modificando. E questo, sottolinea lo studio, a causa del crescente sviluppo dei data center (cuore pulsante l’IA), della ripresa del settore manifatturiero statunitense ad alta intensità energetica e di una maggiore elettrificazione dei trasporti e del riscaldamento.
Gestire un incremento di domanda risulta particolarmente complicato per il settore energia. Se per molti settori un aumento del 2/3% della domanda è qualcosa di positivo e relativamente semplice da gestire, per aumentare la capacità produttiva del settore dell’energia elettrica servono dai 5 ai 10 anni.
Con questi numeri si complica notevolmente la strada verso la transizione energetica degli USA. A questo proposito ricordiamo che negli intenti dell’uscente amministrazione Biden il paese doveva raggiungere l’obiettivo zero emissioni nel settore dell’energia elettrica entro il 2035. Da un lato c’è il rischio di un netto rallentamento sulla strade dell’abbandono di carbone e petrolio (e in questo l’amministrazione Trump non sarà di certo d’aiuto); dall’altro lato c’è chi intravede una forte spinta all’utilizzo del gas naturale, con i progetti di nuovi impianti tornati a crescere nel 2024 dopo anni di calma piatta.
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