Intelligenza artificiale, un’alleata per la transizione energetica?

L’utilizzo dell’intelligenza artificiale può velocizzare la transizione energetica? L’argomento è sicuramente di grande attualità. L’AI può aiutare ad aumentare l’efficienza dei processi ma occorre tenere in considerazione sicurezza e consumo di risorse.

Inutile nascondersi, il tema dell’intelligenza artificiale è fonte inesauribile di discussioni, soprattutto ora che le sue prime applicazioni sono divenute accessibili al grande pubblico. In questo senso ci si può chiedere quale contributo può portale l’intelligenza artificiale alla transizione energetica, se può in qualche modo velocizzarla e se vi sono potenziali effetti collaterali da tenere in considerazione.

Susanne Hanger-Kopp e Florian Kapmeier, nel loro paper “Using Artificial Intelligence to Accelerate the Green Energy Transition” (2021) suggeriscono che l’utilizzo dell’AI può giocare un ruolo fondamentale nell’accelerare la transizione energetica verde, consentendo una gestione più efficiente, sostenibile e intelligente dell’energia.

La transizione energetica passa necessariamente attraverso la decarbonizzazione, l’efficientamento energetico, l’integrazione delle fonti rinnovabili e la digitalizzazione dell’energia. Tutti ambiti nei quali l’intelligenza artificiale può dare una mano. Gli autori fanno alcuni esempi concreti di possibile integrazione dell’intelligenza artificiale nella transizione energetica. Ad esempio, l’AI può essere utilizzata per prevedere in modo accurato la produzione di energia da fonti rinnovabili come l’eolico o il solare, consentendo una migliore gestione della rete elettrica; può essere utilizzata per monitorare in tempo reale lo stato delle infrastrutture energetiche consentendo una manutenzione più efficiente e tempestiva; può prevedere la domanda di energia e adattare la produzione di conseguenza; infine, può essere utilizzata per identificare e ottimizzare le inefficienze energetiche nei processi industriali e nei sistemi di riscaldamento e raffreddamento.

Le possibilità di integrazione sono davvero significative anche se per essere messe in pratica, suggeriscono gli autori, è necessario aumentare la capacità di fare rete tra i vari attori coinvolti, oltre a garantire la sicurezza e la privacy dei dati energetici.

Intelligenza artificiale e transizione econologica è un binomio che rappresenta sicuramente una grande opportunità, a patto però di ponderarne i rischi. Tariq Zaman, Benjamin Kille, e Stefan Hennemann in un loro lavoro di qualche anno fa (Artificial Intelligence for the Sustainable Development Goals: Opportunities, Challenges, and Risks), elencavano alcuni di questi punti critici. Tra questi, scrivevano gli autori, rientrano oltre alla già citata questione della privacy, il bias dell’AI che può essere influenzata da pregiudizi e stereotipi tali da inficiarne i risultati. L’impatto ambientale dell’AI stessa che per funzionare richiede una grande quantità di energia e risorse (e questo è forse il punto più concretamente critico).

Insomma l’intelligenza artificiale può dare un grosso contributo nella transizione energetica, accelerando processi e riuscendo a “masticare” quantità di dati in grado di dare maggior efficienza alla produzione di energia.

Come ogni strumento, tutto dipende dall’utilizzo che se ne fa. Per questo articolo, ad esempio, l’AI ci ha aiutato nel reperimento delle fonti, non sostituendosi nella scrittura, ma velocizzando il processo di acquisizione dei contenuti.

Foto di barnabasvormwald

Gli ultimi articoli di Ekonomia.it direttamente nella tua casella mail. Iscriviti qui sotto.
I dati trasmessi attraverso questo modulo sono trattati secondo la nostra privacy policy, in linea con la normativa vigente. Per nessun motivo verranno ceduti a terze parti o utilizzati per l'invio di messaggi di natura commerciale.