Nel mese di gennaio il mercato del lavoro USA registra numeri oltre ogni attesa. Più di mezzo milione di nuovi posti di lavoro e disoccupazione ai minimi dal 1969. Nessuna impennata sul fronte dei salari. Questo ed altro nell’ultima K Briefing della settimana.
Cina, PMI Caixin composite torna in zona espansione a gennaio. Nel mese di gennaio il sondaggio dei direttori d’acquisto elaborato da S&P Global per il settore privato cinese rivede quota 50. L’indice sale a 51 punti, primo ritorno in zona espansione da agosto dello scorso anno. La chiave di lettura del dato sta tutta nell’andamento del settore servizi, il cui PMI segna 52.9 a gennaio, grazie soprattutto al termine delle restrizioni anti Covid. Malgrado le incertezze sulla gestione della pandemia nei prossimi mesi, la fiducia degli operatori economici continua a migliorare su aspettative di ripresa economica nei prossimi mesi.
Sondaggi PMI di gennaio, dato finale conferma stime. Il dato finale dei sondaggi PMI di gennaio conferma sostanzialmente il quadro già visto, con leggeri miglioramenti per quel che riguarda il settore servizi e, di conseguenza, per il sondaggio composite.
Eurozona, prezzi alla produzione tornano a crescere in dicembre. Nel mese di dicembre l’indice dei prezzi alla produzione per l’area Euro è tornato a salire dopo due mesi consecutivi di calo. La variazione mensile è stata dell’1.1%, contro attese di un ulteriore declino dello 0.4%. Su base tendenziale il rallentamento continua. A dicembre la variazione annua dell’indice PPI è scesa al 24.6%, valore più basso dal novembre del 2021, anche in questo caso risultato superiore alle attese del mercato (+22.5%).
USA, mercato del lavoro nel mese di gennaio sopra ogni attesa. Nel mese di gennaio l’economia statunitense ha creato 517mila nuovi posti di lavoro, battendo le attese ferme a +185mila e registrando l’incremento mensile più alto da luglio scorso. Oltre al settore dei servizi, quasi scontato a quelle latitudini, l’incremento di nuovi assunti interessa un po’ tutti gli altri settori, dalle costruzioni al retail, dalla pubblica amministrazione alla manifattura. Grazie a questi numeri il tasso di disoccupazione scende di un altro decimo e si porta al 3.4%, il livello più basso dal 1969 ad oggi, due decimi più in basso delle attese del mercato. Aumenta di un decimo anche il tasso di partecipazione, al 62.4% dal 62.3% del mese precedente; qui siamo ancora quasi un punto sotto ai livelli pre-pandemia. Sul fronte dei salari, argomento scottante per la FED, si registrano numeri sostanzialmente in linea con le attese. Su base mensile la paga oraria è salita dello 0.3% (un decimo in meno del mese scorso); su base annua la variazione è del 4.4%, in calo di cinque decimi rispetto alla rilevazione precedente. In definitiva numeri che indicano una fase del mercato del lavoro a piena potenza ma con una dinamica dei salari che non sembra indicare al momento ulteriori surriscaldamenti, ma alla FED non può certo bastare.
USA, sondaggio ISM servizi di gennaio. A completare le notizie positive sull’andamento dell’economia statunitense è il risultato del sondaggio ISM servizi di gennaio. L’indice sale a quota 55.2, recuperando 6 punti rispetto al mese di dicembre. Una variazione mensile positiva che è la seconda più ampia di sempre. Le attese erano per un ritorno in zona espansione a quota 50.5. Dal sondaggio emerge un miglioramento delle componenti produttive e logistiche, una sostanziale stabilità della componente occupazione ed una diminuita pressione sui prezzi.
Foto di Angelique Johnson