Cina, crescita PIL ai minimi storici nel 2022

Nel 2022 la crescita del PIL in Cina tocca i minimi storici, un +3% che è molto distante dal +5.5% programmato e rappresenta il secondo valore più basso dal 1967. Questo ed altro nella K Briefing di oggi.

Cina, crescita PIL ai minimi storici nel 2022. La Cina è cresciuta nel quarto trimestre del 2022 al 2.9% su base tendenziale, in calo rispetto al trimestre precedente ma oltre un punto sopra le attese del mercato. Su base congiunturale la variazione rispetto al trimestre precedente è nulla, contro attese di flessione dello 0.8%. Considerando l’intero 2022 la crescita del PIL si ferma al 3%, un dato che rappresenta il secondo valore più basso dal 1967 ad oggi. Un risultato nettamente inferiore al programmato +5.5% e che mostra in tutta la sua complicazione gli effetti congiunti della politica covid zero e della debole domanda globale. Se la produzione industriale mostra un sussulto nell’ultimo mese dell’anno (+1.3% su base annua contro attese di +0.2%), i consumi continuano a latitare. Le vendite al dettaglio registrano un -1.8% su base annua, terzo mese consecutivo con il segno meno. Sul fronte dell’occupazione i sondaggi rilevano un calo della disoccupazione dal 5.7% al 5,5%, sottolineando un dato molto importante: per la prima volta dal 1961 la popolazione cinese registra un calo su base annua.

Gran Bretagna, mercato del lavoro. Leggendo i dati che arrivano dal mercato del lavoro inglese l’occhio cade subito sulle dinamiche dei salari, elemento importante per capire anche le future spinte inflazionistiche. Nel periodo settembre-novembre la paga settimanale inclusi i bonus è cresciuta del 6.4% su base annua, quarto periodo di crescita sopra il 6% e secondo maggior rialzo dal marzo scorso. La paga media netta base (senza bonus) è salita del 6.4% nello stesso periodo di riferimento su base annua, il maggior rialzo dal 2001, e due decimi oltre le attese. Il potere d’acquisto dei lavoratori britannici continua a scendere, a novembre la crescita netta della paga settimanale senza bonus è stata del -2.4%, tredicesimo rilevamento consecutivo con il segno meno. Per il resto il tasso di disoccupazione si conferma a novembre al 3.7%, mentre le richieste di sussidi di disoccupazione per il mese di dicembre sono cresciute rispetto al mese precedente di quasi 4mila unità.

Germania, indice Zew di gennaio torna in positivo. Dopo 10 mesi consecutivo di rilevazioni con il segno meno, il sodaggio ZEW che raccoglie le aspettative degli analisti tedeschi, registra un valore di 16.7 punti. Ben il 43% degli intervistati si aspetta un miglioramento della condizione economica, mentre il 23% rimane pessimista. Una chiave di lettura di questo risultato può essere trovata nelle aspettative di inflazione, che nel sondaggio di gennaio scendono di 4,4 punti. Lettura simile anche per l’area Euro.

Canada, inflazione nel mese di dicembre. Inflazione in rallentamento anche in Canada nel mese di dicembre scorso. L’indice annuo scende al 6.3%, un decimo meglio delle attese e cinque in meno del mese precedente. Su base mensile la variazione è negativa dello 0.6%, primo segno meno dopo tre mesi di rialzo e un decimo oltre le attese del mercato. Anche l’inflazione core da segnali di rallentamento: su base annua l’indice senza le componenti più volatili scende al 5.4% dal 5.8% del mese precedente, con un -0.3% su base mensile.

USA, indice attività manifatturiera nell’area di New York. Nel mese di gennaio l’indice dell’attività manifatturiera dell’area di New York scende ben oltre le aspettative. L’Empire State Index segna -32.9 punti, contro i -9 delle attese. Secondo segno meno consecutivo e peggior dato dal maggio del 2020. Calo significativo delle componenti collegate alla produzione mentre la componente occupazione rimane stabile. Sul fronte dei prezzi segnali di raffreddamento sia per i costi di input, sia sui prezzi di vendita. Il morale, infine, sembra migliorare guardando ai prossimi mesi.

Foto di Yinan Chen

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