Gran Bretagna, occupazione lancia segnali di raffreddamento

Gli ultimi dati sull’occupazione in Gran Bretagna mandano segnali di raffreddamento, mentre continua la progressiva perdita di potere d’acquisto dei salari. Ancora dati positivi sui prezzi dagli USA, mentre in Giappone il terzo trimestre 2022 si è chiuso con il segno meno per il PIL. Questo ed altro nella K Briefing di oggi.

Giappone, economia frena nel terzo trimestre. A sopresa il Giappone registra un terzo trimestre con crescita negativa. Il PIL nel periodo luglio-settembre, infatti, è sceso dello 0.3% su base congiunturale, contro attese di crescita dello 0.3%. Con i consumi in rallentamento (anche a causa delle restrizioni anti-covid di agosto), la “pugnalata” alla crescita arriva soprattutto dal commercio estero. Le esportazioni, infatti, sono salite dell’1.9% (domanda estera giù dello 0.7% su base congiunturale), troppo poco per contrastare un rialzo di oltre 5 punti percentuali delle importazioni.

Cina, vendite al dettaglio e produzione industriale a settembre. L’economia cinese continua a rimanere debole. Nel mese di settembre la produzione industriale è cresciuta del 5% su base annua, meno delle attese e del dato del mese precedente, condizionata da nuove chiusure anti-covid. Le vendite al dettaglio, nel mese di ottobre, registrano il primo segno meno dal maggio scorso, un -0.5% su base annua che è ben lontano dalle attese (+1%). Da gennaio scorso le vendite al dettaglio sono salite dello 0.6%.

Gran Bretagna, occupazione lancia segnali di raffreddamento. Nel mese di settembre la disoccupazione in Gran Bretagna è salita al 3.6% dal minimo record registrato il mese precedente (3.5%). Rimane molto alta la percentuale di inattivi che sfiora il 22% ed è composta soprattutto da malati di lungo periodo. Le offerte di lavoro rimangono su livelli molto elevati (1.12 milioni) ma scendono per il quarto mese consecutivo, con le aziende che segnalano una pausa nei loro piani di assunzione. Sempre in settembre il numero di occupati è sceso di 52mila unità, in gran parte lavoratori autonomi. Le richieste di sussidio nel mese di ottobre salgono di 3.3 mila unità, terzo mese consecutivo di risalita. Infine sul fronte salariale si conferma la perdita di potere d’acquisto causata dall’alta inflazione. La paga base oraria media è salita del 6% annuo, il salario orario reale (al netto dell’inflazione) è sceso del 2.5% su base annua, 11° mese consecutivo di calo.

Germania, indice Zew recupera qualche punto nel mese di novembre. Il sondaggio Zew sul sentiment degli operatori finanziari tedeschi migliora nel mese di novembre. L’indice passa da -59.2 a -36.7, il valore più alto dal giugno scorso, molto meglio delle attese del mercato (-50). A migliorare l’andamento del sondaggio l’aspettativa, rinvigorita, che l’inflazione sia prossima a calare e che di conseguenza la politica monetaria restrittiva abbia quasi finito la sua corsa. Guardando ai dati macro, però, il quadro rimane pericolante: il 50.8% degli intervistati vede un peggioramento dell’economia tedesca nei prossimi 12 mesi. Indicazioni sostanzialmente simili arrivano dal sondaggio per l’area Euro.

USA, prezzi alla produzione nel mese di ottobre. Nel mese di ottobre l’indice dei prezzi alla produzione negli USA ha continuato a rallentare, sia nella sua versione “integrale” sia nella versione “core” (rrispettivamente +8% da +8.4% e +6.7% da +7.1% su base annua). Entrambe le letture sono migliori rispetto alle attese del mercato. Dati che rafforzano l’aspettativa di ulteriori segnali di raffreddamento dei prezzi al consumo nei prossimi mesi.

USA, Empire State Index di novembre. L’indicatore della salute dell’attività economica nell’area di New York batte le attese nel mese di novembre e torna sopra quota zero. L’Empire State Index si issa a 13.6 punti dal -9.1 di ottobre. Tra le componenti migliorano quella relativa all’occupazione, alle ore lavorate ed alle scorte. In calo gli ordini. Aumenta la percentuale di operatori che vedono un peggioramento della congiuntura nei prossimi mesi. Sul fronte dei prezzi: stabili quelli di input, in rialzo quelli di vendita.

Foto di Ch AFleks

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