Australia, peggiora la fiducia degli operatori economici

In Australia dati in peggioramento per la fiducia degli operatori economici, preoccupati da inflazione e rialzo dei tassi. Numeri non confortanti dalle vendite al dettaglio dell’Eurozona e Gran Bretagna. Questo ed altro nella K Briefing di oggi.

Australia, peggiora la fiducia degli operatori economici. La fiducia degli operatori economici australiani continua a peggiorare. L’indice Westpack che monitora il morale dei consumatori è sceso a novembre del 6.9% rispetto al mese precedente, fermandosi a quota 78, il livello più basso dall’aprile del 2020, nono mese consecutivo sotto la soglia dei 100 punti (la linea che divide espansione da contrazione). Inflazione e tassi di interesse sono una minaccia per le finanze familiari. Il sondaggio evidenzia come le aspettative sulla salute del bilancio familiare siano scese del 12% rispetto al mese precedente. In calo del 7% quelle relative all’outlook economico per i prossimi 12 mesi. Anche le imprese vedono la situazione con tonalità di grigio un po’ più scure. L’indice NAB è sceso ad ottobre a quota 0 dai 5 punti del mese precedente, peggior dato dal dicembre del 2021.

Gran Bretagna, vendite al dettaglio viste in miglioramento ad ottobre. Secondo il sondaggio di BRC le vendite nel mese di ottobre dovrebbero essere salite dell’1.2% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Un dato apparentemente confortante. La crescita, infatti, è inferiore a quella registrata in settembre ed è dovuta più all’aumento dei prezzi che ad un effettivo aumento di volumi; questi ultimi, anzi, appaiono in calo.

Eurozona, vendite al dettaglio in crescita a settembre. Nel mese di settembre le vendite al dettaglio nell’Eurozona sono cresciute dello 0.2% su base mensile; otto decimi in meno rispetto al mese di agosto. Su base tendenziale la situazione si fa più chiara: -0.6%, quarto mese consecutivo con il segno meno.

USA, ottimismo piccole imprese cala ad ottobre. Il NFIB Small Business Optimism Index scivola nel mese di ottobre al minimo trimestrale, a quota 91.3, segnalando una maggior preoccupazione da parte delle piccole imprese statunitensi. L’inflazione è il principale cruccio per il 33% degli intervistati (3% in più rispetto al mese precedente). Le ombre all’orizzonte frenano anche le assunzioni: solo il 20% delle imprese intervistate pensa a nuove assunzioni nei prossimi 3 mesi (ed il dato è abbastanza importante visto il periodo dell’anno). Infine, la metà degli intervistati pensa ad un ritocco verso l’alto dei prezzi.

Foto di Monika Häfliger

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