Inflazione a tavola? La misura il Breakfast Index

L’aumento dei prezzi dei generi alimentari è sotto gli occhi di tutti. Esiste un indice che prova a quantificarlo: il Breakfast Index.

L’inflazione si può misurare in tanti modi. Una delle critiche che più sovente si fa ai dati statistici ufficiali è quella di utilizzare panieri di beni non sempre, o non del tutto, in linea con le abitudini di acquisto effettive dei consumatori. Per questo motivo può risultare molto interessante andare a verificare l’andamento dei prezzi su beni di consumo “popolari”, sulla cui diffusione tra i consumatori esistono pochi dubbi. E tra questi i beni alimentari sono sicuramente degli ottimi candidati.

Uno di questi “indici alternativi” è il “Bloomberg Breakfast Index”. Si tratta di un indice che prende in considerazione i prezzi all’ingrosso degli ingredienti che messi assieme rappresentano la più tipica delle colazioni anglosassoni: dalla pancetta affumicata al latte, dalle uova al caffè. Il suo valore rappresenta la capacità dei consumatori finali, appartenenti ad una classe di reddito media, di far fronte alla spesa complessiva per consumare la loro prima colazione. Si tratta di una derivazione del Breakfast index creato da Hard Assets Investor (HAI), un indice che misura la variazione dei prezzi all’ingrossi di 12 beni alimentari che tradizionalmente sono associati alla colazione. Analizzando i dati diffusi poche settimane fa si scopre che il prezzo medio di una colazione inglese è passato dalle 27 sterline di inizio 2021 alle 31,5 sterline di giugno scorso. In termini percentuali una variazione del 14.5% su base annua, con un +2.8% solo nel mese di giugno.

Altro indice che si basa sullo stesso principio è l’eToro Breakfast Commodity Index. In questo caso i beni considerati sono le 9 principali materie prime alimentari presenti in una prima colazione. L’ultimo aggiornamento dell’indice racconta di un aumento dal 2020 ad oggi di oltre il 70%.

Per avere una visione più completa dell’andamento dei prezzi delle materie prime alimentari il riferimento è senza dubbio il FAO Food Index. L’indice elaborato dall’organizzazione internazionale dell’ONU registra una variazione annua ancora superiore al 20%, anche se negli ultimi tre mesi la crescita dei prezzi è andata rallentando.

Foto di Mady

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