L’ultimo World Inequality Report del Global Inequality Lab ci ricorda come la pandemia abbia amplificato ulteriormente la disomogeneità nella distribuzione della ricchezza globale. Ricchi sempre più pochi e sempre più paperoni.
Thomas Piketty nel suo celebre libro, “Il capitale nel XXI secolo” lo metteva in chiaro sin dalle prime pagine: la crescita del rendimento da capitale è storicamente più veloce rispetto alla crescita del reddito e del prodotto (la disuguaglianza fondamentale r > g). Ed una fase storica come questa, nella quale la ricchezza mobiliare ed immobiliare ha potuto contare su tassi di crescita sostanziosi e politiche monetarie facilitatrici, mentre il reddito ed il prodotto sono stati severamente colpiti dalla pandemia, non poteva che avere conseguenze sulla distribuzione della ricchezza globale.
Il report preparato dal Global Inequality Lab, istituto fondato proprio dall’economista francese, non fa altro che darci ulteriori conferme.
Il club di persone che possono fare affidamento su un patrimonio ad almeno 9 cifre conta poco meno di 3000 “soci”. Se mettessimo assieme i loro gruzzoli raggiungeremmo il 3,5% della ricchezza globale. Una percentuale che sembra piccola, ma che è tre volte e mezzo quella registrata dal World Inequality Report nel 1995. Se poi consideriamo che la metà della popolazione mondiale più povera (parliamo di miliardi di persone) detiene nel complesso il 2% della ricchezza mondiale, la situazione appare molto più chiara.
Il World Inequality Report 2022 ci racconta di un divario tra ricchi e poveri che sta crescendo non solo tra differenti paesi, ma anche e soprattutto nel tessuto sociale di ogni paese. I dati raccolti mostrano che nella gran parte delle economie analizzate il 10% della popolazione più ricca detiene in media tra il 60% e l’80% della ricchezza complessiva. Questa evidente disomogeneità, oltre a confermare che la cosiddetta classe media è in via di estinzione, sta assumendo sempre più importanza nello spiegare l’intero fenomeno. La disuguaglianza economica all’interno delle singole economie, infatti, conta per i 2/3 della disugualianza economica globale.
L’incidenza della pandemia sul fenomeno è evidente. Durante la crisi i ricchi del pianeta hanno accumulato qualcosa come 3.6 mila miliardi di dollari di ricchezza aggiuntiva. Nello stesso lasso di tempo quasi 100 milioni di persone, dati World Bank, sono scivolate sotto la soglia di povertà, vale a dire che sono costretti a vivere con meno di 1,9dollari al giorno di reddito.
Foto di thedigitalartist