Prime stime sondaggio PMI di gennaio. Giappone sempre più in deflazione

Venerdì con le prime stime del sondaggio PMI di gennaio. Ne esce un quadro disomogeneo con gli USA che continuano in zona espansione e l’Eurozona che (Germania a parte) torna a contrarsi. In Giappone si appesantisce la deflazione. Questo ed altro nell’ultima K Briefing della settimana.

Giappone sempre più in deflazione. L’indice dei prezzi al consumo è ulteriormente sceso a dicembre in Giappone. Il -1.2% su base annua è la terza lettura mensile in deflazione, il peggior dato dal 2010. Non va meglio all’indice core che tocca il -1% su base annua. Su base mensile dicembre è stato il 5° mese consecutivo di prezzi in calo. Il -0.3% è però due decimali sopra il dato di novembre.

UK, vendite al dettaglio deboli a dicembre. Le vendite al dettaglio in Gran Bretagna sono cresciute molto debolmente dopo il lockdown di novembre. Nell’ultimo mese del 2020 si è rivisto il segno più, ma in misura molto più contenuta di quanto ci si attendesse. Il +0.3% mensile permette comunque di chiudere a +2.7% rispetto a febbraio 2020 ed a +2.9% su base annua. Considerando solo il 2020, da gennaio a dicembre, le vendite al dettaglio sono calate dell’1.9%, con un tonfo del comparto abbigliamento di 25 punti percentuali. Il nuovo lockdown imposto da metà dicembre non ha certo aiutato a migliorare la propensione alla spesa delle famiglie inglesi. Anche gennaio si presenta cupo per la fiducia dei consumatori, l’indice Gfk cede due punti rispetto a dicembre e scivola a -28, facendo svanire l’effetto entusiasmo che aveva risollevato l’indicatore a dicembre.

Prime stime sondaggio PMI di gennaio, svanisce effetto vaccino. Sono arrivate nella giornata di oggi le stime flash dei sondaggi PMI di gennaio. In generale si confermano due dati: la tenuta del manifatturiero ed un nuovo indebolimento del comparto dei servizi. I sondaggi condotti da IHS Markit mettono in evidenza una frenata delle componenti produzione ed occupazione. Aumentano le pressioni sui prezzi (a causa soprattutto delle difficoltà di approvvigionamento), mentre le aspettative, in alcuni casi, scontano lo svanire dell’effetto vaccino ed il timore di una crisi pandemica prolungata. In Giappone il settore privato peggiora il suo stato di contrazione, passando da 48.5 a 46.7. Oltre alla conferma della fase negativa del settore servizi (20° mese consecutivo), c’è la novità del manifatturiero che torna sotto quota 50, su dati di una produzione più debole. Calano le aspettative economiche per i timori di una durata della pandemia maggiore del previsto.

Nell’Eurozona brilla la manifattura tedesca ( che traina il settore privato della Germania sopra quota 50) in un quadro generale di leggera flessione. Nel complesso il PMI manifatturiero rintraccia a 54.7 (55.2 il riferimento precedente, Germania a 57 punti). Male il settore servizi al quinto mese consecutivo in fase contrazione, da 46.4 a 45. Il settore privato rimane per il terzo mese consecutivo in zona contrazione (quinto mese sotto quota 50 consecutivo per la Francia) , gettando pesanti ombre sulla possibilità di ripresa già nel primo trimestre del 2021.

Brusca frenata del settore servizi inglese. A gennaio – in pieno terzo lockdown – il sondaggio PMI scende sotto i 40 punti, ai minimi da otto mesi. Perde potenza anche la fase di espansione della manifattura che rimane comunque sopra 50. Il settore privato inglese piomba in zona 40 punti anche se le aspettative rimangono orientate ad un recupero nella seconda metà dell’anno.

Negli USA la manifattura registra la settima lettura consecutiva in zona espansione, il 10° dato in rialzo consecutivo. Segnale positivo da ordini e produzione (ai massimi dal 2014), zona espansione anche per il sottoindice dell’occupazione (massimo a due anni). Frena leggermente l’aspettativa sui prossimi mesi. Non differente la situazione nel settore servizi: la stima flash di gennaio conferma per il settimo mese consecutivo l’area espansione a quota 57.5; il settore privato rimane in espansione per il settimo mese consecutivo, rimbalzando dal dato di dicembre (55.3) e portandosi a 58.

USA, vendite di case esistenti. Dicembre 2020 ancora in crescita per la vendita di abitazioni esistenti negli USA. I dati sono impressionanti, le vendite del 2020 toccano i massimi dal 2006. A dicembre l’aumento è stato dello 0.7% rispetto al mese precedente. Con questo ritmo di crescita l’attuale disponibilità di abitazioni esistenti in vendita si esaurirebbe in meno di due mesi.

Foto di Buffik

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