Gran Bretagna, novembre meno “amaro” del previsto per il PIL

A novembre il PIL della Gran Bretagna è sceso meno del previsto, accrescendo le speranze di un quarto trimestre 2020 con il segno più. Dagli USA tanti dati, fra cui spicca il calo delle vendite al dettaglio a dicembre e le aspettative di inflazione dei consumatori, salite a gennaio al 3%. Questo ed altro nell’ultima K Briefing della settimana.

Gran Bretagna, novembre meno “amaro” del previsto per il PIL. A novembre il PIL della Gran Bretagna è sceso del 2.6% su base mensile (-8.9% su base annua), due punti in meno di quanto ci si attendeva. Pesante il settore servizi, giù del 3.5% rispetto ad ottobre. Il risultato alimenta le speranze di un quarto trimestre con il segno più sul fronte della crescita, cosa possibile se il mese di dicembre non registrerà una contrazione superiore all’1%. Le previsioni al proposito sono ottimistiche (crescita mensile all’1% e risultato del trimestre al +0.6%).

Nel periodo settembre-novembre la crescita dell’economia britannica è stata del 4.1% rispetto ai tre mesi precedenti, dato più basso da luglio scorso.

Sempre a novembre, la produzione industriale ha registrato il primo segno meno su base mensile dopo 6 mesi consecutivi di crescita: -0.1%. -4.7% il calo rispetto al novembre 2019, ventesima rilevazione su base annua consecutiva con il segno meno, ma anche il miglior dato da febbraio 2020. Tiene la manifattura che cresce su base mensile dello 0.7% e segna un -3.8% su base annua che è migliore delle attese.

Eurozona, bilancia commerciale migliora a novembre. Nel mese di novembre 2020 la bilancia commerciale dell’Eurozona ha segnato un miglioramento rispetto allo stesso mese del 2019, peggiorando rispetto al mese di ottobre. Nel penultimo mese dello scorso anno si è registrato un segno meno sia sul fronte delle esportazioni (-1%), sia sul fronte delle importazioni (-4.2%).

Focus USA, vendite al dettaglio, produzione industriale e fiducia consumatori. Tanti i dati macro dagli USA oggi. Partiamo dalle vendite al dettaglio del mese di dicembre. Su base mensile si registra il secondo calo consecutivo: -0.7%, peggio delle attese (0%). Su base annua il rialzo frena al 2.9% dal 3.7% registrato nel mese precedente. Togliendo le auto il tonfo diventa più pesante: -1.2% su base mensile, contro il -0.1% atteso.

Scende a gennaio l’indice dell’attività manifatturiera della zona di NY, passando da 4.9 a 3.5, ancora in zona positiva. Il NY Empire State Manufacturing Index registra così il quinto calo mensile consecutivo.

La produzione industriale ha ripreso fiato a dicembre, segnando un +1.6% mensile (ben oltre le attese) che rappresenta il terzo mese consecutivo di rialzo. L’output manifatturiero è giunto all’8° mese consecutivo di crescita, +0.9% a dicembre. Su base annua il saldo rimane ancora negativo: -3.6%, il miglior dato dal febbraio 2020.

Stabili i prezzi alla produzione su base annua a +0.8% (+1.2% il dato core). Su base mensile il rialzo è dello 0.3% a dicembre su novembre 2020 (+0.1% il dato core).

Infine l’indice Michigan sulla fiducia dei consumatori registra a gennaio un calo. La lettura preliminare del sondaggio condotto dall’università del Michigan si ferma a 79.2, in ritirata dall’80.7 di dicembre. Molti gli eventi che hanno fiaccato l’ottimismo dei consumatori americani: dalla ripresa dei contagi da covid-19 alle orrende scene di Capitol Hill. Scende sia la percezione della condizione attuale, sia l’aspettativa sui prossimi mesi (condizionata anche dalla non ancora sicura quantificazione dei nuovi stimoli fiscali). A salire, in definitiva, è solo l’aspettativa di inflazione. Quella a 12 mesi raggiunge il 3%, cinque decimali in più rispetto a dicembre; quella a lungo termine sale di due decimali, al 2.7%.

Foto di Pierre Blaché

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