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Il picco della domanda di petrolio è alle nostre spalle?

Mentre l’OPEC + prova a riaprire il più lentamente possibile i rubinetti della produzione, le proiezioni macroeconomiche cercano di individuare quando sarà il picco della domanda di petrolio. E se questo fosse già alle nostre spalle?

Sono giorni di intense trattative in seno all’OPEC +. Il cartello di paesi produttori di petrolio cerca di trovare una quadra per non vedere, dal primo di gennaio, aumentare la produzione di barili di greggio di quasi 2 milioni di unità al giorno. Il compromesso sembra ad un passo e consisterebbe nello spalmare l’aumento di produzione su più mesi, partendo da 500 mila barili al giorno a gennaio.

Si tratta di un tentativo, ad alta tensione interna, di navigare le rapide della congiuntura internazionale. Ma, come nei migliori film d’avventura, al termine delle rapide potrebbe esserci una terrificante cascata. Si, perchè il picco della domanda di petrolio mondiale potrebbe essere già alla nostre spalle. Stando all’energy outlook di BP, una delle compagnie petrolifere più attive nella riconversione della propria produzione energetica, nello scenario “business as usual“, vale a dire quello che non prevede nuove restrizioni legislative o altre modifiche nel sistema di produzione, il consumo mondiale di greggio ha iniziato a scendere dall’anno scorso. Negli altri scenari, specialmente quello legato al target emissioni zero, la domanda di petrolio è vista precipitare entro il 2040.

La previsione di BP non è isolata. Con tempistiche un po’ più larghe, le norvegesi Equinor e Rystad Energy e la francese Total fissano il picco entro i prossimi 10 anni. La stima più ottimistica, come prevedibile, è proprio dell’OPEC che fissa l’appuntamento con la cascata al 2040.

Il tentativo di rallentare la ripresa della produzione di greggio assume, leggendo queste proiezioni, le caratteristiche tipiche del “tiro della disperazione”. Vale a dire quello che nel calcio è – nell’estremo tentativo di segnare al 90° – una lunga sventagliata da centrocampo sperando di trovare il portiere distratto.

Ma tutto rema contro. Basta, ad esempio, guardare ai dati del mercato dell’auto. Il 2020 è stato un anno nerissimo per i grandi produttori di automobili. Ma non per le divisioni veicoli elettrici. Nel comparto Tesla fa da capofila, ma – dai calcoli fatti da Bloomberg – marchi storici come VW e Daimler hanno visto aumentare, del 50% e di oltre il 100% rispettivamente, le vendite dei modelli elettrici.

Foto di Omni Matryx

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