Sustainability-Linked Bonds. L’evoluzione della specie nelle obbligazioni ESG

Legare la struttura finanziaria di un prestito al raggiungimento o meno di obiettivi ESG quantificabili e certi nel tempo. Questo è il modello dei Sustainability-Linked Bonds.

Al recente Environmental Finance’s ESG in Fixed Income Europe 2020, Jakob Thomae, managing director in Germania di 2 Degrees Investing Initiative, ha usato una singolare ma quanto mai efficace metafora per spiegare tutti i dubbi che attanagliano gli investitori alle prese con i green bond. Le società più controverse dal punto di vista della sostenibilità ambientale che si finanziano con i green bond, dice Thomae, sono come il cugino che va a scuola ma che allo stesso tempo si droga. Noi lo aiutiamo dandogli i soldi perchè si compri i libri, ma non possiamo nulla sul fatto che lui utilizzi altro denaro per continuare ad assumere stupefacenti.

La metafora, forte e decisamente provocatoria, ci dice molto del dibattito che in questi mesi sta mettendo a confronto il modello dei green bond con un altro modello, secondo molti più efficace, quello dei Sustainability-Linked Bonds (SLB). Ma andiamo con ordine e partiamo dalle definizioni.

Sappiamo che i green bond sono obbligazioni che una società emette per finanziarie un determinato progetto “green”, come può essere ad esempio la transizione dall’utilizzo dell’energia fossile a quella rinnovabile. Queste emissioni obbligazionarie devono seguire determinati principi, una serie di linee guida dettate dall’ICMA (International Capital Market Association). Con questo strumento le società raccolgono proventi (da qui la definizione dei green bond come appartenenti al “proceeds model”) e si impegnano a rimborsare capitale ed interessi con il tradizionale schema delle obbligazioni.

I Sustainability-Linked Bonds non sono legati ad un particolare investimento ma al raggiungimento di determinati obiettivi di sostenibilità misurati dai Key Performance Indicators (KPI). Il raggiungimento di tali obiettivi, con tempistiche stabilite a priori, determina una modifica della struttura finanziaria del prestito obbligazionario. Anche in questo caso le linee guida dell’ICMA delimitano quelli che devono essere gli obiettivi e descrivono le caratteristiche principali dei KPI e della struttura finanziaria dei prestiti.

Un esempio aiuterà meglio a capire il funzionamento. La società X fissa un target da raggiungere entro il 2025, potrebbe essere l’aumento dell’utilizzo dell’energia da fonti rinnovabili del 20%, una variazione misurata da uno specifico KPI. La società X emette un Sustainability-Linked Bond con una cedola dell’1% iniziale. Il bond prevederà un aumento della cedola pagata dall’emittente nel caso in cui l’obiettivo misurato dal KPI non sia raggiunto. In altre parole se nel 2025 la quota di energia da fonti rinnovabili non sarà aumentata del 20%, la società X avrà un aggravio sugli interessi da pagare ai sottoscrittori del bond.

La differenza fra le due tipologie di obbligazione è evidente. Nel primo caso il focus è su un singolo progetto – come i soldi per i libri nella metafora di Thomae – e sulla sua realizzazione, nel secondo caso si ragiona di obiettivi della società. I Sustainability-Linked Bonds, inserendo modifiche alla struttura finanziaria delle emissioni obbligazionarie, generano un incentivo al raggiungimento dell’obiettivo ESG prefissato. La presenza di target calcolati attraverso specifici KPI aumenta la trasparenza e migliora la comunicazione con gli investitori. Inoltre, non essendo vincolati a precisi investimenti, gli SLB lasciano maggiore flessibilità nell’utilizzo dei capitali raccolti, rendendo questo genere di emissione utilizzabili da un numero più ampio di società.

Non si tratta di contrapporre i green bonds ai Sustainability-Linked Bonds, entrambi sono strumenti utili al miglioramento della sostenibilità ambientale e sociale dell’economia. Tutti e due i modelli fanno affidamento sulla credibilità e sulla trasparenza della società emittente ed un loro mix può velocizzare il raggiungimento di alcuni obiettivi ESG.

Gli SLB appaiono più comprensibili ad un investitore medio, soprattutto rendono più semplice la misurazione dell’impatto ESG dell’investimento. I Green Bond, probabilmente più “tecnici” dei primi, sono forse più adatti ad un investitore “istituzionale”.

Foto di eko pramono

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