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America Latina, tra pandemia e rischio aumento fame

Il World Food Programme dell’ONU, fresco vincitore del premio Nobel per la pace, lancia l’allarme. La pandemia sta riportando il problema della fame in zone del mondo che sembravano averlo debellato, come l’America Latina.

Tra le tante conseguenze della crisi scatenata dalla pandemia, l’aumento delle disuguaglianze sociali tra nazioni e, spesso, all’interno della stessa nazione, sono le più preoccupanti per il loro impatto sul lungo termine. E tra le disuguaglianze la più tragica è l’accesso a beni primari come acqua e cibo. L’accesso al cibo, la fame, rischia di travolgere una zona del mondo che sembrava essere riuscita a sconfiggere questo mostro: l’America Latina.

Il World Food Programme delle Nazioni Unite, da pochi giorni premio Nobel per la pace 2020, lancia l’allarme. Nei prossimi mesi i paesi dell’America Latina e della zona caraibica rischiano di vedere aumentare il numero di persone con difficoltà nell’approviggionamento di cibo. Una percentuale di crescita del 270%: da 4,3 milioni a 16 milioni di persone. Ritmi di crescita doppi rispetto a quelli stimati per l’intero globo.

I segnali di debolezza di molte economie, già presenti prima della pandemia, si sono amplificati con l’esplodere dei contagi da covid-19 e l’istituzione dei lockdown. Le previsioni per l’economia dell’America Latina sono fosche, con un PIL visto in caduta di nove punti percentuali, un record negativo che porterebbe con se livelli di disoccupazione attorno al 13%. Se i primi a subirne le conseguenze sono stati soprattutto i lavoratori informali (non ricompresi nelle statistiche ufficiali), nell’area dell’America Latina (dal Venezuela all’Equador, dal Messico alla Colombia) la scarsa risposta pubblica alla crisi sta trascinando fette sempre maggiori di classe media nel vortice della povertà.

Secondo l’Economic Commission for Latin America and the Caribbean potrebbero arrivare ad essere 28 i milioni di persone a finire sotto la soglia di povertà entro la fine dell’anno. Famiglie costrette a rinunciare alla carne, al latte ed al pane, in paesi che da molti decenni sembravano aver definitivamente eliminato il problema della denutrizione. Un altro effetto di quello stimulus gap di cui parlava qualche settimana fa l’ILO nel suo monitor sul mercato del lavoro mondiale.

Foto di congerdesign

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