Cina, dati positivi su ripresa economica. UK, nubi sul mercato del lavoro.

Per la Cina dati positivi sul proseguo della ripresa economica post-covid. Ad Agosto tornano con il segno più anche le vendite al dettaglio. In Gran Bretagna preoccupa il mercato del lavoro. Questo ed altro nella K Briefing di oggi.

Cina, dati positivi su ripresa economica. Agosto porta in dote dati molto positivi per l’economia cinese. Si rafforza la produzione industriale e tornano a crescere le vendite al dettaglio. Per quel che riguarda l’output industriale, il mese di agosto si è chiuso con un +5.6% su base annua; crescita migliore dal dicembre del 2019 e quinto mese consecutivo con il segno più. Praticamente azzerato il “buco” provocato dalla pandemia, da inizio anno ad oggi la produzione industriale ha segnato un progresso dello 0.4%.

Dopo sette mesi tornano ad avere il segno più anche le vendite al dettaglio, ultimo grande dato macro a non essere orientato alla ripresa. Ad Agosto, su base annua, il saldo è positivo dello 0.5%. Recuperano settori discrezionali come la cosmetica e la gioielleria. Segnali positivi anche dai settori dei servizi. Da inizio anno il delta rimane negativo, un -8.6% che il dissolversi delle misure di distanziamento sociale promette di ridurre nei prossimi mesi.

Dati positivi per l’economia cinese, si diceva. Gli analisti provano anche a dare qualche numero per quel che riguarda il PIL del terzo trimestre e quello del 2020. Nel primo caso alcune stime si spingono ad un +6%, nel secondo una proiezione più ottimistica vede una crescita del 2.1%.

UK, mercato del lavoro, nodi arrivano al pettine. Il mercato del lavoro inglese, anestetizzato dal piano di aiuti statali, comincia a dare segnali di realismo. Il tasso di disoccupazione nel periodo maggio-luglio è salito al 4.1%, peggior dato dall’ottobre del 2018 e primo scossone dopo quattro trimestri fissati al 3.9%. Anche sul suolo inglese a pagare le conseguenze più gravi sembrano essere i giovani, con la disoccupazione tra i 18 ed i 24 anni cresciuta sensibilmente nei tre mesi presi in considerazione. Sul dato, inoltre, incombono i circa 5 milioni di lavoratori sotto protezione statale o temporaneamente a casa. Il governo sembra fortemente intenzionato a chiudere il furlough program per permettere al sistema economico di trovare un nuovo equilibrio occupazionale. Certo, con la ripresa che nell’area europea sembra molto lenta e le grane Brexit ancora tutte lì, lo scenario occupazionale potrebbe farsi davvero preoccupante. Secondo alcuni commentatori la Banca Centrale potrebbe essere prossima a nuove manovre di sostegno.

Germania, morale investitore ai massimi dal maggio 2000. Gli investitori tedeschi scommettono sull’economia teutonica. A settembre l’indice elaborato dall’istituto Zew tocca i massimi dal maggio del 2000, issandosi a quota 77.4; migliora sia la componente aspettative sia la percezione della situazione economica attuale. Un dato, però, desta attenzione: nel sondaggio gli investitori mostrano una decisa prudenza sul settore bancario, preoccupati da possibili forti ondate di default nei prossimi mesi.

USA, Empire State Index e produzione industriale, ancora segnali di ripresa. Nel nostro borsino macroeconomico di inizio settembre gli USA erano fra i 3 paesi sopra lo spartiacque di quota 5. I nuovi dati giunti oggi sono, però, contrastanti. L’indice dell’attività economica dell’area di New York tocca a settembre quota 17, terzo mese in positivo e ben al di sopra delle attese del mercato. Dal sondaggio si evidenzia un aumento dei nuovi ordini ma, altro fattore interessante, un movimento al rialzo sia dei prezzi degli input che di quelli di vendita. Cresce anche l’ottimismo sui prossimi 6 mesi.

Sempre in agosto la produzione industriale statunitense è salita meno di quanto atteso, anche per colpa dell’uragano Laura che ha rallentato il settore estrattivo. Solo un +0.4% su base annua contro il +3.5% del mese precedente (rivisto al rialzo). Su base mensile il rialzo è dell’1%, meno delle attese. La tendenza a tre mesi è ora al ribasso, mentre il delta da febbraio scorso rimane negativo per oltre sette punti percentuali.

Foto di Ferdinand Feng

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