La detenzione di moneta, o meglio la domanda di moneta, è legata al livello di reddito di un individuo ed al tasso di interesse. Keynes aveva individuato tre ragioni per le quasi si detiene moneta: transazioni, precauzione e speculazione.
Nella teoria classica la detenzione di moneta di un individuo è positivamente correlata al suo reddito e negativamente correlata al tasso di interesse. Entrambe le relazioni sono abbastanza intuibili. Più capacità di reddito implica una maggiore predisposizione al consumo e quindi alla detenzione di moneta. Viceversa un tasso di interesse alto fa pendere la bilancia verso il risparmio e quindi l’investitore tende a differire il consumo preferendo il risparmio.
John Mainard Keynes descrive la domanda di moneta di un individuo suddividendola in tre componenti, ognuna delle quali caratterizzata da una particolare esigenza. Si può quindi parlare di domanda per transazione, a scopo precauzionale ed infine di domanda a scopo speculativo.
La domanda a scopo per transazione è sostanzialmente la quantità di denaro di cui un individuo necessità per far fronte ad acquisti e pagamenti quotidiani (il cibo, la benzina, i vestiti, etc..).
Lo scopo precauzionale individua la quantità di moneta che una persona ritiene necessaria per far fronte a spese non previste che potrebbero verificarsi in un determinato periodo.
La componente speculativa, infine, riguarda la quantità di denaro che un individio ritiene opportuno utilizzare non come mezzo di scambio ma come riserva di valore. La finalità è quella di sfruttare l’andamento di determinate attività finanziarie per lucrarne un profitto.
Il peso delle tre componenti, in presenza di scelte razionali, sarà sempre il risultato di un’analisi costi-benefici. Vale a dire una decisione che mira a massimizzare i benefici e a minimizzare i costi.
Foto di Kevin Schneider