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Mercati emergenti, a luglio brilla l’azionario

I mercati emergenti, dopo un inizio d’anno complicato, stanno recuperando terreno ed in luglio hanno sovraperformato rispetto all’azionario globale.

Nel mese di luglio l’MSCI World Index, l’indice globale del mercato azionario, ha portato a casa il 4.8%. Sempre in luglio l’Emerging Markets Index, vale a dire l’indice azionario aggregato dei mercati emergenti, ha guadagnato il 9%. Quali sono i motivi di questo “doppiaggio” e quali insidie presenta il puntare oggi sui mercati emergenti?

Analizzando i leading indicators, Invesco, colloca i mercati emergenti (assieme ad Europa e Cina) in zona “recovery”, suggerendo l’inserimento dei listini azionari di tali paesi nella sua asset allocation tattica di agosto.

Gli analisti di Franklin Templeton hanno provato ad indagare più a fondo la situazione, cercando di trovare i punti di forza che stanno consentendo ad una parte delle economie emergenti di risollevarsi velocemente dalla crisi pandemica. Per la casa d’investimenti americana, nel firmamento dei mercati emergenti, brillano in maniera particolare due paesi: Taiwan e Corea del Sud.

Taiwan, dopo aver gestito in maniera efficace la prima ondata pandemica, sfrutta ora due “tailwind”, come direbbero gli inglesi, due venti favorevoli che stanno spingendo il mercato azionario locale. Il primo elemento favorevole è la riscossa dei semiconduttori. Spinti dalla richiesta di servizi in cloud e dall’avanzata del 5G, l’industria dei semiconduttori – cha ha in Taiwan il cuore pulsante in termini di produzione e di innovazione – ha ritrovato vitalità. L’iShares PHLX Semiconductor, ETF quotato a New York, segna da inizio anno un +18%, +7.7% solo nelle ultime 4 settimane. Franklin Templeton sottolinea come l’annunciato ritardo da parte di Intel nello sviluppo della nuova generazione di microchip possa rappresentare un ulteriore motivo di crescita per Taiwan.

Ma l’ex isola di Formosa è al centro dell’attenzione internazionale anche nel processo di ribilanciamento della catena di distribuzione globale. La volontà, dichiarata o meno, di molte aziende di delocalizzare dalla Cina potrebbe dare ulteriore impulso all’industria taiwanese.

L’altra stella a brillare nel firmamento dei mercati emergenti è, sempre secondo gli analisti di Franklin Templeton, la Corea del Sud. Qui sono diversi i fattori che ne fanno un cavallo su cui puntare nel medio termine: oltre alla capacità di gestire l’emergenza sanitaria vi sono: l’emergere di società leader mondiali, un aumento della diversificazione industriale, la robustezza e la resilienza delle istituzioni governative.

Franklin Templeton aggiunge valutazioni positive anche su alcune economie sud americane sulle quali, però, pesano incognite politiche e di gestione della crisi sanitaria che non possono essere dimenticate.

Su questo quadro aleggiano comunque molti fattori di instabilità, tra questi ne citiamo due. Da un lato le dinamiche del debito (in gran parte denominato in dollari) e dall’altro le mosse della Cina nei prossimi anni. Sul primo punto basti ricordare come sia particolarmente marcata, negli ultimi anni, la crescita del debito (soprattutto pubblico) dei paesi emergenti e di come gran parte di questo sia denominato in dollari. Dall’altro lato, un discorso complesso, c’è la posizione della Cina e le sue future mosse: il rapporto con Taiwan (che qualcuno vede come la prossima tappa, dopo Hong Kong, del processo di “unificazione”); l’evoluzione dei rapporti con l’occidente e le eventuali contromosse rispetto ad una delocalizzazione a favore di altri paesi dell’area.

Foto di Cegoh

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