UK, mercato del lavoro in sofferenza nel secondo trimestre

Dall’UK arrivano i dati sul mercato del lavoro nel secondo trimestre. La pandemia ha bruciato 220 mila posti di lavoro. Peggior dato dalla crisi finanziaria del 2009. Questo ed altro nella K Briefing di oggi.

UK, mercato del lavoro in sofferenza nel secondo trimestre. Molte ombre e qualche luce dai dati sull’occupazione inglese diffusi oggi. Innanzitutto il lascito del secondo trimestre: 220 mila occupati in meno rispetto ai primi 3 mesi del 2020. Si tratta del peggior dato dalla crisi del 2009. Il tasso di disoccupazione rimane ampiamente sottostimato al 3,9%, vista la crescita degli inattivi (o sarebbe meglio dire impossibilitati a cercare un lavoro a causa delle restrizioni da pandemia). Secondo gli analisti di Bloomberg il tasso di disoccupazione dovrebbe più che raddoppiare entro fine anno. In questo quadro scendono anche le paghe medie, a giugno è -0.2% rispetto al mese precedente. Le luci? Il dato sui Claimant Count Change di luglio. Il terzo trimestre si è aperto con 94 mila occupati in più, meglio delle attese.

Indice ZEW, continua a migliorare la fiducia degli investitori. Ad agosto continuano a migliorare le aspettative degli investitori europei (e tedeschi in particolare) sull’evoluzione economica nei prossimi mesi. Allo stesso tempo peggiora leggermente la percezione della condizione attuale dell’economia, segnalando il clima di grande incertezza che circonda la fase post emergenza sanitaria. Sul dato tedesco Achim Wambach, presidente dell’istituto ZEW, sottolinea come sia sempre più robusta l’ipotesi di una ripresa, specie per i settori domestici. Preoccupa, invece, la prospettiva di bassi profitti per il settore bancario.

India, produzione industriale giù a giugno. A giugno la produzione industriale indiana scende ma meno di quanto atteso dai mercati. Il -16.6% su base annua segue il -33.9% di maggio e rappresenta il 4° mese consecutivo di contrazione. La produzione manifatturiera non si discosta dal dato generale, -17.1%

USA, prezzi alla produzione tornano a crescere. A luglio i prezzi alla produzione negli USA sono tornati a crescere. Un +0.6% rispetto a giugno che va oltre le attese del mercato e rappresenta il maggior rialzo mensile dall’ottobre del 2018. Su base annua la differenza rimane negativa dello 0.4%. Il dato core sale dello 0.3% (leggermente meno delle attese). A spingere i prezzi sia la componente energetica, sia il settore servizi (+0.5%, il maggior livello dall’aprile del 2019).

USA, ottimismo imprese male a luglio. L’NFIB Business Optimism Index scende a luglio a 98.8 dal 100.6 del mese precedente. Due i dati interessanti. Da un lato l’aumento dell’indice di incertezza (8 punti in più di giugno), dall’altro il deteriorarsi delle aspettative sui prossimi mesi (sottoindice passato da 25 a 14). L’indice che misura l’opportunità di investimento scende da 8 a 5 punti. Le imprese americane sembrano sempre più convinte che la crisi pandemica non si concluderà a breve e modificano le loro aspettative di conseguenza.

Foto di liushuquan

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