Decision Maker Panel, trimestre buio per il Regno Unito

La Gran Bretagna è uno dei grandi crucci nello scacchiere macroeconomico internazionale, con la Brexit in fieri e la pandemia che rischia di scatenare una recessione molto severa. L’ultimo Decision Maker Panel disegna un secondo trimestre buio.

Dopo due mesi di lockdown anche dalle parti Londra si intravede la fase 2. Da metà maggio il governo Johnson ha concesso ai propri cittadini la possibilità di stare all’aria aperta senza restrizioni di tempo ed incoraggiato chi non svolge forme di smartworking a tornare al proprio posto di lavoro. Non molto, ma comunque un primo segnale che la stima preliminare del sondaggio PMI di maggio ha intercettato.

Ma la situazione del Regno Unito è tra quelle maggiormente monitorate dal punto di vista macroeconomico. Se da un lato permane, in larga parte irrisolta, la questione Brexit, dall’altro la pandemia di covid-19 rischia di trascinare il paese in una recessione severa. Rishi Sunak, il ministro delle finanze inglese, ha sottolineato il rischio di una contrazione economica mai vista oltremanica. La Banca centrale inglese stima che i due mesi di lockdown porteranno il PIL a restringersi del 14% nel 2020, valori mai visti dal 1706 (i tempi della prima regina di Gran Bretagna, Anna Stuart).

Nei giorni scorsi è stato pubblicato l’ultimo Decision Maker Panel, un sondaggio condotto su quasi 3000 società inglesi grandi, medie e piccole. Le risposte date dai direttori finanziari fotografano una situazione cupa per il secondo trimestre.

Tra aprile e giugno, in media, gli intervistati si attendono un calo delle vendite attorno al 44% rispetto ai volumi normali del periodo. Una situazione che constringe a rivedere anche i piani di sviluppo. Solo il 30% degli intervistati ritiene che il covid-19 non influenzerà i progetti di investimento; un altro 30% ritiene invece che l’effetto pandemia ne produrra una contrazione del 90%. In media gli investimenti sono visti in calo del 50%.

Altro dato interessante che emerge dal Decision Maker Panel – e che si ricollega al nostro post di ieri – è la distribuzione degli effetti negativi della pandemia. A subire i danni maggiori, infatti, sono settori caratterizzati da bassi livelli di produttività e di salario. Il settore ricettivo, quello della ristorazione, quello ricreativo e della vendita (ingrosso e dettaglio) sono, stando alle interviste, le aree economiche dove le previsioni, in termini di vendite ed occupazione, assumono le tinte più fosche. Al tempo stesso sono anche i settori con il livello di produttività e di salario inferiore alla media.

Governo e Banca Centrale sono concordi nello stimare un poderoso “bounce back” tra la seconda metà del 2020 ed il 2021. Un rimbalzo che però è messo a rischio da una parolina subdola: incertezza. Per l’84% degli intervistati del Decision Maker Panel, il livello di incertezza che circonda il proprio business è a livelli alti o molto alti. La deviazione standard dell’indice di crescita delle vendite atteso ad un anno è balzata da un livello medio attorno al 4,5% a valori superiori al 6%; dal 4,3% di gennaio scorso ad oltre il 9% di aprile. L’incertezza, osservano gli autori del sondaggio, può avere effetti perduranti sugli investimenti, ben oltre la fase di shock.

Foto di Alex Gresbek

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