La risposta della politica fiscale alla pandemia passa, anche, attraverso l’aumento del debito pubblico. L’ultimo report del Committee for a Responsible Federal Budget ci da qualche proiezione sulla situazione del debito USA.
Gli Stati Uniti, come la maggioranza dei paesi nel mondo, ha risposto agli effetti economici della pandemia mettendo sul tavolo un piano di sostegno fatto, in larga parte, di liquidità. Strumenti come il Families First Act od il corposo CARES Act, significano per l’amministrazione americana esborsi per trilioni di dollari.
Il Committee for a Responsible Federal Budget ha recentemente rilasciato il nuovo Budget Projections, un documento che stima il percorso del debito USA e del deficit federale da qui ai prossimi anni.
Per redigere il documento il CRFB ha preso in considerazione i possibili scenari macroeconomici da oggi al 2025, ipotizzando – cosa molto importante – che non vengano adottate nuove misure di sostegno oltre a quelle già messe in campo.
Nello scenario base, che prevede un veloce recupero dell’economia nel 2021 ed un ritorno ai livelli pre-crisi entro il 2025, il debito USA è destinato a toccare quota 100% del PIL entro l’anno. Per la precisione, la stima lo fissa al 100% alla fine di settembre 2020 e lo vede superare il livello toccato nell’immediato dopoguerra (seconda guerra mondiale) entro il 2023. La successiva traiettoria lo vedrebbe superare il 107% nel 2025 e continuare la salita nel successivo quinquennio.
Ma quella appena riassunta, come detto, è la proiezione che si ottiene ipotizzando una ripresa economica veloce. Nel caso ciò non avvenisse, calcola il CRFB, il rapporto tra debito USA e PIL è destinato a schizzare al 117% entro il 2025. In ogni caso, anche nello scenario più ottimistico, il fardello del debito americano è destinato a superare il PIL entro il 2025 (lo scenario più favorevole lo vede al 102% entro quella data).
Traiettorie simili per il deficit federale. Nel 2020, stando allo scenario base, il rapporto deficit/PIl dovrebbe spingersi al 18.7%. Livelli più alti rispetto a quelli visti nel corso della crisi finanziaria del 2009 e secondi solo a quelli raggiunti negli anni della seconda guerra mondiale.
Scenari simili a quelli post seconda guerra mondiale, oltretutto elaborati ipotizzando che non vengano messi in campo altri provvedimenti di sostegno. Numeri impressionanti che non possono non farci pensare a cosa succederà dopo. Negli anni ’50 il debito americano subì un brusco ridimensionamento, toccherà anche nell’epoca post covid-19. Chi pagherà il conto?
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